COSENZA Lo chiama Bettino o Craxi, mai papà. Stefania Craxi torna a Cosenza – nel Salone degli Specchi della Provincia – per presentare il libro “All’ombra della storia. La mia vita tra politica e affetti”.
«La storia di una famiglia politica, per restituire la figura umana di Bettino Craxi, ma anche raccontare un periodo della storia politica del nostro paese, cosa fosse la politica di un tempo, cosa fossero le comunità politiche», racconta ai nostri microfoni. Uno statista, «leader dell’unica sinistra che ha retto il confronto con la storia. Incredibilmente le sue grandi intuizioni sono state raccolte dal centrodestra, dove io milito e sono orgogliosa di militare». A ricordarlo in Tunisia, ad Hammamet, c’erano la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepremier Antonio Tajani. «Sono 25 anni che nessun esponente politico di spicco della sinistra calca la sabbia di Hammamet», affonda Craxi.
Alza gli occhi al cielo, abbozza un sorriso e poi continua il racconto. «La storia della mia famiglia e di quell’uomo è indistricabile dalla politica. La politica era una signora che sedeva a tavola con noi». Ma la strada non è stata sempre libera da ostacoli. «Non sono mai riuscita a fare la giornalista perché tutti mi dicevano “signorina ma con quel cognome…”. Dopodiché ho inteso scendere in politica per agire contro un’ingiustizia. Alla morte di mio padre la politica è tornata prepotentemente nella mia vita, ma forse non se n’era mai andata». E sul suo legame con la Calabria? «Qui ho tanti amici, mio padre aveva tanti amici, era molto amico di Giacomo Mancini, per citarne solo uno. Dopodiché noi siamo di origini messinesi, quindi siamo dei dirimpettai».
Stefania Craxi sale le scale per raggiungere il salone degli Specchi, accanto a lei il senatore di Forza Italia ed ex sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto e poi Rosaria Succurro presidente della Provincia di Cosenza e Sandro Principe ex sindaco di Rende e Stefania Frasca.
L’introduzione alla presentazione del libro è affidata a Mario Occhiuto. «Stefania racconta un periodo importante nel nostro Paese, una famiglia che ha fatto la storia, un grande statista che può essere paragonato solo forse a De Gasperi, a Cavour, che ha dato all’Italia tanto e che oggi giustamente viene rivalutato». «Cosenza – aggiunge – è una città da sempre aperta alle innovazioni e al riformismo che ha portato avanti con pragmatismo anche Craxi, e questa città è un esempio di come queste idee siano state portate avanti. Tra l’altro Craxi aveva una grande attenzione per il Sud e per la Calabria in particolare, è stato uno dei pochi che già da prima aveva capito che non si poteva andare avanti con l’assistenzialismo». (f.b.)
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