L’esercizio del commercio ambulante nei pressi del Santuario di Polsi versava in uno stato di «“anarchia”». Lo rileva il gip nell’ordinanza sulle indagini condotte dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura di Locri, che hanno portato all’arresto dell’ex sindaco Bruno Bartolo e dell’ex assessore comunale Francesco Cosmo. Proprio quest’ultimo, con delega all’Urbanistica, era responsabile della procedura di assegnazione degli spazi pubblici destinati alla vendita di articoli religiosi, alimenti e bevande durante la tradizionale ricorrenza religiosa che nel mese di settembre attira pellegrini provenienti da ogni parte della Calabria e non solo. E rispetto a quello che accadeva nei pressi del Santuario, ossia quella che viene definita una «vera e propria intesa collusiva» tra amministrazione e commercianti, viene ricollegata l’intimidazione subita da Cosmo nel novembre del 2022 con l’incendio della sua auto. Un collegamento che secondo il gip non sarebbe dimostrato, ma che l’ex assessore comunale attribuiva alle ordinanze di sgombero dei box commerciali che aveva dovuto emettere.
Il Santuario di Polsi, specie nel mese di settembre, è anche meta di numerosi pellegrini e turisti, al cui servizio è stata realizzata nelle adiacenze un’area (“area mercatale”) attrezzata con circa 30 posteggi dotati di strutture in legno (box) da destinare all’esercizio di attività commerciali. I posteggi e le relative dotazioni sono beni acquisiti al patrimonio del comune di San Luca in virtù di convenzione stipulata nel 2002 tra l’ente comunale e il reggente del santuario di Polsi. L’assegnazione dei box agli interessati è temporanea e avviene tramite bando che, di regola, è pubblicato in occasione della delibera comunale con cui viene indetta la “Fiera della Montagna”.
Le indagini, svolte anche tramite intercettazioni audio e video, hanno preso spunto da alcuni controlli amministrativi nei confronti di esercizi commerciali effettuati nel settembre del 2022. In particolare, l’ex assessore Cosmo, che era responsabile della procedura di assegnazione degli spazi, anche con il concorso dell’ex sindaco avrebbe – secondo l’accusa – ricorso alla «costituzione di atti falsi, rilasciato illegalmente (in totale carenza di istruttoria, di graduatorie e, finanche, in assenza delle istanze dei beneficiari), con elusione delle procedure previste dal bando di gara – indetto e volutamente mai portato a termine -, molti titoli autorizzativi al commercio, in favore di soggetti legati o contigui alla criminalità organizzata sanluchese, quasi tutti colpiti da sentenze di condanna passate in giudicato, oppure attinti da misure di prevenzione ed antimafia e che, proprio in ragione dei loro trascorsi, non avrebbero mai potuto ottenere legittimamente le concessioni». Tra le anomalie riscontrate viene rilevato che i posteggi – come hanno evidenziato le indagini – non solo venivano assegnati a candidati le cui domande avrebbero dovuto essere escluse in ragione di profili di contrasto con le prescrizioni del bando, ma quelli rimasti liberi venivano assegnati a soggetti che avevano presentato domanda fuori termine e prima che la procedura ad evidenza pubblica si concludesse con l’elaborazione della graduatoria definitiva dei candidati “tempestivi”.
Nell’ordinanza emessa dal gip si fa riferimento alla circostanza che l’autovettura di Cosmo fosse stata data alle fiamme pochi giorni dopo le sue dimissioni dalla carica di responsabile dell’Area Amministrativa e che tali dimissioni fossero di poco successive agli ultimi provvedimenti di revoca delle assegnazioni dei posteggi e di sgombero di quelli occupati abusivamente. Circostanze che inducevano ad attribuire al gesto incendiario carattere di intimidazione «commessa per mano di chi non aveva gradito quei provvedimenti di revoca e sgombero». Un «collegamento non dimostrato» viene rilevato dal gip, ma che tuttavia – secondo quanto emerge – Cosmo aveva segnalato in fase di denuncia ai carabinieri del Comando di San Luca e che sembrava turbare particolarmente Bartolo e l’ex assessore comunale. E nell’ordinanza il gip sottolinea che tuttavia non poteva essere una valida giustificazione per «alterare i meccanismi di selezione previsti». In quel momento la presa di posizione del primo cittadino fu netta. «Oltre alla condanna e al rammarico per l’episodio di inaudita gravità esprimo a mio nome e ad nome di tutta l’amministrazione comunale la nostra vicinanza a Francesco Cosmo, invitandolo, allo stesso tempo, a non mollare», aveva dichiarato l’ex sindaco in una nota diffusa dopo l’intimidazione. Sarà poi Bartolo stesso a “mollare” decidendo di non ricandidarsi alla carica di sindaco con una motivazione ben precisa: «Non mi sono candidato perché non sono stato aiutato dallo Stato nel corso del mio quinquennio», aveva spiegato nel corso dell’incontro pubblico con la cittadinanza per fare il punto dei cinque anni alla guida del Comune, già consapevole delle indagini a suo carico. (m.r.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.
La tua è una donazione che farà notizia. Grazie
x
x