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Ospedale dell’Annunziata, attiva la Culla per la vita: così i neonati abbandonati saranno presi in cura – FOTO e VIDEO

Garantita la privacy alle mamme che decidono di non tenere il proprio bambino. L’iniziativa si aggiunge al percorso nascite in anonimato

Pubblicato il: 30/01/2025 – 17:22
Ospedale dell’Annunziata, attiva la Culla per la vita: così i neonati abbandonati saranno presi in cura – FOTO e VIDEO

COSENZA «Cosenza non è il luogo dove si rubano i neonati o si maltrattano i bambini»: sono le parole del direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Vitaliano De Salazar, che stamattina ha inaugurato la Culla per la vita, prima nel suo genere in Calabria e inserita nella rete nazionale: collocata accanto all’ingresso di via Migliori (sbarra) permetterà alle mamme che decidono di non tenere il proprio bambino di assicurarlo alle cure dei sanitari, nelle condizioni di massimo anonimato, grazie a un sistema che prevede 6 indici di sicurezza. Il dirigente della Pediatria Gianfranco Scarpelli ha specificato che «la culla rappresenta l’extrema ratio perché l’Annunziata ha un percorso nascite che permette già adesso di partorire in anonimato»: in media sono 3 o 4 i bimbi che ogni anno nascono con questa procedura.

Come funziona

Un tasto permette di aprire la porta che, una volta richiusa, azionerà l’apertura automatica della tapparella che separa l’ingresso dall’ambiente in cui si trovano la culla in cui riporre il bimbo e la termoculla da trasporto su cui i medici lo trasferiranno in reparto dopo essere entrati dall’ingresso posto sul retro. Un segnale luminoso indicherà la presenza del neonato mentre una telefonata partirà in tre punti (Terapia intensiva neonatale, centralino e vigilanza) e la comunicazione cadrà solo nel momento in cui qualcuno avrà risposto. La privacy è tutelata dall’assenza di telecamere: l’unica è quella puntata sulla culletta all’ingresso, collegata a tre computer in reparto. Dal punto di vista della strumentazione, la stanza – dotata anche di un gruppo di continuità ad hoc – è disposta di un’unità trattamento aria (Uta) dedicata ed è collegata al gruppo elettrogeno dell’ospedale, per evitare black out che potrebbero causare tragedie come quella accaduta di recente in una chiesa di Bari.

«Assicurare il diritto alla vita»   

Per De Salazar la Culla «assicura senza pregiudizi e in forma anonima il diritto alla vita» prendendosi cura delle donne e sanando un «disagio a cui sono molto sensibile avendo operato per anni in un grande ospedale periferico di Roma. Le donne vanno supportate e la sanità pubblica, spesso vittima di narrazioni negative, c’è: la Culla non era un dovere ma è stata una nostra sensibilità, ora le donne in difficoltà hanno un luogo».
Con il dg dell’Annunziata erano presenti anche il prefetto Rosa Maria Padovano («quello della madre – ha detto – è uno status di altissimo prestigio ma non giudico le donne e gli uomini che hanno difficoltà a creare una famiglia»), Andrea Mommo e Giuseppe Dell’Anna – comandanti provinciali rispettivamente dei carabinieri e della Guardia di finanza – e il questore Giuseppe Cannizzaro, che ha ricordato come si abbia il «dovere di rispondere alle esigenze di sicurezza e giustizia» in riferimento al tentato rapimento di Sofia, «è disumano sottrarre un bimbo alla mamma».
Il vescovo Gianni Checchinato, che ha benedetto la saletta con don Giacomo Tuoto, ha commentato che «si tratta di un piccolo segno come quelli di cui si ha sempre più bisogno: la vita è preziosa e nessun bimbo è un errore», poi l’appello ad essere «aperti, generosi e accoglienti con tutti», in primis «con le persone più fragili». (euf)

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