CATANZARO «Diceva bene Gratteri, a cui mi lega grande affetto, sulla capacità di ascolto. Oggi più che fare dichiarazioni programmatiche retoriche, devo ringraziare tante persone: mia madre e mio padre per le lezioni che mi hanno impartito, l’opera salesiana di Soverato che ho voluto qui e la città di Soverato e grazie a tutti voi, Melillo, Gratteri, Borrelli. Le vostre sono gratificazione importanti». Ha esordito così il nuovo procuratore della Distrettuale antimafia di Catanzaro, Salvatore Curcio, nel corso della cerimonia di insediamento di questa mattina. Dopo aver ascoltato i discorsi e accolto gli auguri dei colleghi, è toccato a lui ricambiare. «Grazie di cuore a Capomolla a cui mi lega una grande amicizia. Operiamo in un territorio difficile in cui la credibilità delle istituzioni è essenziale, ma la credibilità è figlia della coerenza», ha sottolineato.
«Raccolgo la sfida, ma vorrei che fosse chiaro che l’azione repressiva dello Stato non basta da sola contro la ‘ndrangheta, ci vuole l’impegno di tutti». Così il nuovo procuratore, parlando proprio del tema cruciale della Dda che è la lotta alla criminalità organizzata. «Il più grande regalo fatto alla ‘ndrangheta» ha rimarcato, «è stato delegare la lotta solo alla magistratura e alle forze di dell’ordine, serve invece l’impegno di tutti, un risveglio delle coscienze, perché non c’è più spazio per la fuga immobile e il disimpegno sociale». Per queste regioni «la Procura di Catanzaro sarà caratterizzata dalla continuità e dalla coesione tra tutti i magistrati, e sarà aperta a tutti. Ricordo l’esortazione di Livatino, “siate sempre operatori di giustizia e non di mero diritto”. Forza e coraggio, non abbassate mai la guardia, dico ai più giovani, mai cercare scorciatoie e sapere ascoltare perché più che un potere, esercitiamo un servizio per la popolazione».
In chiusura, Curcio ha ricordato: «Sarò sempre un passo avanti a voi per difendere autonomia e indipendenza. Poi un pensiero speciale per la collega Deborah Rizzo per il momento difficile che sta vivendo. Ringraziamenti finali a tutti i ragazzi della mia scorta e a mia moglie Rossella e miei figli che mi hanno sempre sostenuti nei momenti più difficili. Da lunedì ci rimboccheremo tutti le maniche e “a Maronna ci accompagni”». (c.a.)
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