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Il dominio dei clan reggini durante le feste: la carne fornita «a titolo estorsivo» e le imposizioni ai giostrai

Il pentito Randisi racconta: «100 euro a giostraio. I banchi gestiti dai clan». Le intimidazioni alle attività «senza autorizzazione»

Pubblicato il: 01/02/2025 – 17:22
di Mariateresa Ripolo
Il dominio dei clan reggini durante le feste: la carne fornita «a titolo estorsivo» e le imposizioni ai giostrai

REGGIO CALABRIA Estorsioni ai giostrai durante le feste nel corso delle quali anche i rifornimenti alimentari venivano decisi dai clan. «100 euro ad ogni singolo giostraio» era stato imposto «sempre a titolo estorsivo», durante la festa della Madonna delle Grazie a Gallico Superiore, presso il Parco della Mondialità. Il “sistema” viene raccontato dal neo collaboratore di giustizia Antonino Randisi, classe ’89, nei verbali depositati nel fascicolo dal procuratore aggiunto Walter Ignazzitto nel corso della prima udienza del processo “Gallicò”. Un processo scaturito dall’inchiesta con la quale nel febbraio 2024 la Dda di Reggio Calabria ha fotografato la «realtà ‘ndranghetistica nella zona di Gallico», dove negli ultimi anni si sono verificate e hanno trovato «il loro fulcro tutte le maggiori questioni di ‘ndrangheta», come spiegato dall’allora procuratore Giovanni Bombardieri. E le indagini fecero luce sul controllo asfissiante della ‘ndrangheta sulle attività commerciali, dai supermercati, ai centri scommesse, al mercato del pane. Centrale la figura di Gino Molinetti, che aveva imposto «il proprio imperativo».

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«100 euro a giostraio. I banchi gestiti dai clan»

Considerato proprio uomo di fiducia del boss Molinetti, Randisi, nei verbali depositati racconta in particolare i dettagli delle imposizioni in occasione della festa della Madonna delle Grazie: la cosca – afferma commentando una conversazione del 2018 – «aveva chiesto del denaro, forse 100 euro, ad ogni singolo giostraio, sempre a titolo estorsivo». Ma non solo. Il collaboratore di giustizia parla anche di carne consegnata, in quell’occasione, da una macelleria «a titolo estorsivo». E poi la spiegazione sul modus operandi: «Voglio precisare che, con riferimento ai banchi dove vendono i panini con la salsiccia, in occasione della festa della Madonna, a Reggio Calabria, i predetti banchi sono quasi sempre gestiti da esponenti della criminalità organizzata che, prima di allestirli, provvedono a farsi rifornire di panini e di salsicce attraverso forniture gratuite, ottenute a titolo di estorsione».

Le intimidazioni

E Randisi parla anche delle intimidazioni perpetrate ai danni delle attività commerciali, in particolare di quando «in passato, abbiamo sottratto due motorini», che «servivano per compiere atti intimidatori». Uno ai danni di un concessionario «con l’uso di un fucile calibro 12, modello beretta 30». «In una occasione, – racconta ancora Randisi – mio cugino Emilio Molinetti mi aveva portato un ordigno con la miccia rossa” servito per posizionarla in prossimità della saracinesca di una pizzeria che era stata aperta «senza l’autorizzazione della cosca»: «In quella occasione – racconta – la deflagrazione mi ha anche bruciato, lievemente, la faccia e ha danneggiato i vetri delle finestre della mia abitazione».

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