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La sanità vibonese sospesa tra i lavori al vecchio e al nuovo Ospedale: la “svolta” nel 2026

Si cerca di accelerare nel cantiere del nuovo nosocomio. Una quarta proposta per i reparti dello Jazzolino interessati dalla ristrutturazione

Pubblicato il: 03/02/2025 – 15:07
La sanità vibonese sospesa tra i lavori al vecchio e al nuovo Ospedale: la “svolta” nel 2026

VIBO VALENTIA «L’ospedale di Vibo sarà pronto entro il 2026». Così ha assicurato più volte il presidente della Regione Roberto Occhiuto, in merito alla costruzione del nuovo nosocomio sito in contrada Cocari, alle porte del capoluogo vibonese. In mezzo alle polemiche e a una sanità vibonese sempre più inghiottita nella nube oscura dell’inefficienza, uno spiraglio di luce arriva dal governatore che nei giorni scorsi ha fatto un nuovo punto sulla costruzione degli ospedali calabresi. L’obiettivo è premere ulteriormente sull’acceleratore per cercare di rispettare la data fissata da Occhiuto. Il cantiere, nel frattempo, procede senza sosta, con le opere complementari già concluse e il progetto esecutivo che sarebbe già arrivato in Comune. 

I lavori all’ospedale Jazzolino

Il 2026 potrebbe rappresentare l’anno di svolta per la sanità vibonese. Entro l’anno prossimo, infatti, dovranno essere finiti anche i lavori di ristrutturazione dello Jazzolino, ma il “grosso” del progetto si spera di concluderlo entro i primi quattro mesi. Tempistiche che non convincono chi oggi dibatte e protesta contro il caos che la notizia della chiusura di alcuni reparti per i lavori ha scatenato. Una “grana” per la terna commissariale che dovrà trovare una soluzione rapidamente, dato l’obbligo di inizio lavori fissato per fine febbraio. «Troveremo sicuramente una soluzione» ha garantito il presidente della Conferenza dei sindaci Fortunato Salvatore Giordano, in continuo contatto con i vertici dell’Asp. Tre le proposte: l’ospedale da campo, rilanciato anche dal sindaco del capoluogo Enzo Romeo «purché non si sposti dal capoluogo vibonese», l’utilizzo di strutture sanitarie private e lo spostamento dei reparti nei nosocomi limitrofi, come Tropea o Serra San Bruno. «Noi abbiamo delle sale ambulatorie funzionanti, è chiaro che il pronto soccorso non si può spostare, ma in caso di interventi programmatici potrebbero essere ospitati là» ha detto il sindaco di Serra Alfredo Barillari, proponendo il San Bruno come eventuale nosocomio “d’appoggio” durante i lavori. «In ogni caso – aveva chiarito – va tutelata la dignità del malato».

Una quarta proposta

Nel frattempo anche un’altra proposta è emersa fuori, “ripescata” dall’Osservatorio Civico Cittàattiva e rilanciata ieri anche dal sindaco di Nicotera Giuseppe Marasco, da poco nominato nel comitato ristretto della Conferenza dei sindaci. L’idea, trattata anche dal generale ed ex commissario Battistini, sarebbe quella di mantenere i reparti allo Jazzolino pianificando le attività in parallelo con i lavori. «All’interno dell’Ospedale – ha rilanciato Marasco, che lavora anche nell’Asp e nel nosocomio – ci sono locali di ex reparti dismessi che potrebbero essere utilizzati. Una volta in questo nosocomio erano ospitati oltre 400 posti letto, oggi neanche 120. Quei locali non sono scomparsi, ma sono ancora lì, alcuni anche ristrutturati una decina di anni fa. Si potrebbe lavorare prima questi inutilizzati e poi spostare i reparti operativi in questi locali. Una sala adiacente al Pronto soccorso – cita come esempio il sindaco di Nicotera – ha sei posti letto, quanto quelli del reparto di Ortopedia che si potrebbe spostare là. Forse è una proposta irrealizzabile, ma di sicuro si può valutare». (ma.ru.)

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