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La sciarada politico-giudiziaria

A monte e a valle del caso Al-Masri (Il generale libico Najeem Osema Al-Masri liberato dall’Italia con un volo degli apparati dei servizi segreti italiani) la nebbia s’è infittita per l’iniziativa…

Pubblicato il: 03/02/2025 – 9:15
di Bruno Gemelli
La sciarada politico-giudiziaria

A monte e a valle del caso Al-Masri (Il generale libico Najeem Osema Al-Masri liberato dall’Italia con un volo degli apparati dei servizi segreti italiani) la nebbia s’è infittita per l’iniziativa dell’avvocato Luigi Li Gotti, il cui esposto alla Procura della Repubblica di Roma ha attivato la comunicazione obbligatoria ai membri del governo: Giorgia Meloni, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano.
La Meloni, ma anche Matteo Salvini, molto stizziti per la piega che ha preso questa vicenda che li costringe a difendersi, hanno fatto notare che «Li Gotti è molto vicino a Prodi».
Ergo.
Recita l’Ansa in un suo take: «Nella denuncia, trasmessa il 23 gennaio scorso, Li Gotti, citando i reati, ricorda che secondo il reato di favoreggiamento personale (art. 378 comma 1 codice penale) “chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni”.
Ma è così?
Sulla storia personale dell’avvocato Luigi Li Gotti bisogna riavvolgere il nastro. In realtà egli è stato, fra l’altro, attraverso Italia dei Valori, sottosegretario nel governo Prodi tra il 2006 e il 2008, ma ha, anche, un passato di militanza a destra, avendo diretto il “Fronte della Gioventù” frequentando il Consiglio comunale di Crotone come iscritto al Movimento sociale italiano prima e in Alleanza nazionale dopo.
Nella stagione destrorsa Luigi Li Gotti fu osservato dai giornalisti Giorgio Malvedi e Alvise Cesaris del periodico “Calabria oggi”, diretto da Pasquino Crupi ed editato da Giacomo Mancini. Il quindicinale fu l’unico giornale calabrese che svolse un’inchiesta documentata sul neofascismo calabrese, che è stato molto presente in regione attraverso, innanzitutto, Pino Rauti, che era di Cardinale, il quale una volta disse: «la democrazia è un’infezione dello Spirito». Sua figlia Isabella, che sposò Gianni Alemanno, è attuale sottosegretaria alla Difesa del governo Meloni. E poi, la presenza in Calabria, negli anni ’70-’90, di personaggi come Stefano Delle Chiaie e Franco Freda.
Come avvocato penalista Li Gotti (è nato il 23 maggio 1947) è conosciuto in Italia per essere stato difensore di noti pentiti quali Tommaso Buscetta, Totuccio Contorno, Giovanni Brusca, Francesco Marino Mannoia e Gaspare Mutolo. È stato, altresì, difensore di parte civile nel processo per la strage di Piazza Fontana; ha anche rappresentato i familiari del maresciallo Oreste Leonardi nel processo sul caso Moro, ha tutelato la famiglia del commissario Luigi Calabresi in un lungo iter processuale, ha difeso, insieme al collega Nico D’Ascola di Reggio Calabria, il super poliziotto Francesco Gratteri nel processo per i fatti della scuola Diaz a Genova, e, infine, ha partecipato ai processi di strage di Capaci, via D’Amelio e degli Uffizi.
Sua sorella, Maria Teresa Li Gotti (morta il 2013) è stata la prima donna ad entrare nel Consiglio regionale della Calabria. Fu eletta nella III e IV legislatura con la lista del Partito comunista italiano.
Un primato seguito dall’onorevole Jole Giugni Lattari (Tripoli, 29/7/1923 – Roma, 6/7/2007) del Msi che è stata deputata nella IV legislatura; la prima donna calabrese eletta al Parlamento italiano.

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