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L’inferno dei due fratellini del Cosentino. «Fratture ed ematomi compatibili con l’azione violenta di un adulto»

Le botte, i ricoveri, la «negligenza» dei genitori e della nonna. Il compagno della madre presunto autore dei maltrattamenti

Pubblicato il: 03/02/2025 – 19:05
di Fabio Benincasa
L’inferno dei due fratellini del Cosentino. «Fratture ed ematomi compatibili con l’azione violenta di un adulto»

COSENZA Percosse, lividi, fratture e graffi. Due bambini di 4 e 2 anni originari del tirreno Cosentino sarebbero stati vittime di maltrattamenti subiti nella casa dove vivevano. All’interno delle mura domestiche – secondo quanto appurato e ricostruito dai carabinieri di Paola – i piccoli sarebbero stati oggetto di violenze non denunciate dalla nonna e dalla mamma e perpetrate dal compagno di quest’ultima. Una ricostruzione che ha convinto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Alfredo Cosenza, dopo aver esaminato la richiesta avanzata lo scorso primo febbraio 2025 dalla pm Donatella Donato a convalidare l’allontanamento urgente dalla casa familiare del padre e della madre dei bimbi ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza, nel reparto di Chirurgia pediatrica. Per la donna, difesa dall’avvocata Francesca Cribari del foro di Paola, è stato disposta anche la misura del divieto di dimora nel comune di Paola nell’ipotesi in cui neghi il consenso all’applicazione del braccialetto elettronico

L’accusa

I carabinieri di Cosenza avrebbero accertato condotte commissive ed omissive dei tre indagati: la nonna A.L.P. e la madre dei bimbi A.C.. e il compagno di quest’ultima G.F. Secondo l’accusa, avrebbero agito «con condotte reiterate» consistite per G.F. in «percosse di varia natura in varie parti del corpo», per A.C. «nel non averlo impedito, pur avendo un obbligo giuridico di protezione nei confronti dei figli minori» e A.L.P. «quale concorrente morale, nell’aver assecondato nella scelta di non impedire che nei confronti dei minori venissero tenute condotte criminose nonché nell’aver continuato a favorire la frequentazione degli stessi con G.F.». Il 34enne è sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per fatti di droga ed è coinvolto nell’inchiesta denominata “Affari di famiglia“.

Le condizioni dei bimbi

I bambini si trovano – da giorni – ricoverati all’ospedale Annunziata di Cosenza, nel reparto di Chirurgia Pediatrica. Insieme a loro sono presenti gli assistenti sociali e una psicologa infantile mentre il tutor al quale sono stati temporaneamente affidati è il primario del reparto, il dottore Fawzi Shweiki.
Da quanto emerso, il bimbo di 4 anni nel corso di un primo controllo (il 19 gennaio 2025) ha mostrato «deambulazione difficoltosa per imponente edema dello scroto che appare tumefatto e violaceo», riscontrati da parte dei sanitari anche delle «lesioni cutanee ecchimotiche meno recenti sulla mandibola, graffi allo zigomo e ad una palpebra». Successivamente, al termine di una nuova visita datata 25 gennaio 2025, sul corpo del bimbo venivano rinvenuti «un ematoma, un edema scrotale, modesti segni contusivi apicali al torace a carico dei lobi superiori, focolai di scollamenti pleurici, frattura dell’arco anteriore della costola, esiti di frattura del terzo medio della clavicola omolaterale, marcato ispessimento della cute dello scroto (…) e un importante tumefazione della guancia sinistra con ematoma esteso». Non meno grave il quadro clinico del fratellino di due anni. Il 30 dicembre 2024 viene riscontrata una «frattura chiusa del radio sinistro» e la mamma rifiuta il ricovero contro il parere medico, mentre il 19 gennaio 2025 saranno visibili sul corpo «tumefazioni ed ecchimosi non recente di entrambi i padiglioni auricolari, piccole croste ematiche al vertice del capo, escoriazioni multiple ed ecchimosi non recenti lungo i processi spinosi del rachide». Ancora, il 31 gennaio 2025, i medici segnaleranno la presenza di una «frattura scomposta della regione sovracondiloidea dell’omero con presenza di innumerevoli micro – frammenti ossei nel contesto dei tessuti molli attigui. Frattura scomposta meta-diafìsaria distale di radio e di ulna e una fine disomogeneità osteo-strutturale del terzo distale del radio e dell’ulna sinistra».

Le annotazioni dei sanitari

Che quei segni sul corpo dei piccoli non fossero legati al loro carattere eccessivamente vivace, lo hanno capito immediatamente i sanitari del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale di Cosenza. Che il 25 gennaio 2025 alle 22:10 circa «segnalavano un possibile caso di maltrattamenti in danno di un minore di 4 anni ricoverato con “prognosi riservata” in terapia intensiva dello stesso ospedale, trasferito, tramite ambulanza del 118, dall’ospedale di Paola». Il piccolo viene descritto dai medici come «abbattuto, dal colorito pallido». Visibili gli «indumenti tinti di abbondanti tracce ematiche, una nota escoriazione e una tumefazione della guancia sinistra con ematoma esteso, tale da deformarne il profilo dell’emivolto sinistro». Avvertite le forze dell’ordine, i carabinieri hanno immediatamente sentito le donne (mamma e nonna materna) che avevano accompagnato il minore in ospedale ma che «non erano in grado di fornire alcuna spiegazione sulla natura e la causa delle lesioni riportate dal bimbo». Anzi, «entrambe escludevano che le lesioni riportate fossero di matrice traumatica o violenta, riferendo che il bimbo potesse essersi cagionato le stesse “giocando” e che lo stesso era uso mordersi come a conoscenza della pediatra. Circostanze queste che non hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni dello stesso medico pediatra». E anche il primario di Chirurgia pediatrica ha escluso «la natura accidentale delle lesioni subite dai minori che appaiono, viceversa, compatibili con un’azione violenta da parte di un adulto». Simili traumi, preciseranno i medici non possono essere riconducibili a banali cadute, ma sono identici a quelli riportati da chi è vittima di «una caduta dall’alto» o di «un incidente stradale».
Nessuna giustificazione accampata dalla madre è stata presa in considerazione da chi indaga, la «gravissima» negligenza mostrata dalla nonna e dal padre dei minori ha convinto i giudici a disporre il loro allontanamento e valutare «l’apertura del procedimento di adozione dei minori». (f.benincasa@corrierecal.it)

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