CROTONE «Ho letto il resoconto delle dichiarazioni rese durante un’audizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati dal Generale Emilio Errigo, Commissario Straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito contaminato di interesse nazionale di Crotone. Secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, il Generale Errigo ha definito le persone che gestiscono Sovreco S.p.A. “molto attenzionate dall’autorità giudiziaria” e ha inserito questa circostanza fra ciò che “non consente di iniziare l’attività di smaltimento e di bonifica”. Ora, in quanto socio di Sovreco S.p.A., mi preme segnalare, dal mio personale punto di vista, che pare sia iniziata la ricerca di un capro espiatorio a cui attribuire lo stallo creato da provvedimenti amministrativi di segno opposto e ricordo due circostanze. Lo afferma in una nota l’imprenditore crotonese Gianni Vrenna con riferimento all’audizione in “Ecomafie” del commissario per la bonifica Errigo. «La prima: la discarica di Sovreco S.p.A. quale destinazione finale dei rifiuti della bonifica – sostiene Vrenna – è stata individuata autoritativamente dal Ministero dell’Ambiente. In altre parole, la società ha subìto il provvedimento e ha dato la sua limitata disponibilità ad eseguirlo. Poi è stata diffidata da altre Autorità a non eseguirlo. La seconda: Oggi, l’“attenzione giudiziaria” evocata dal Gen. Errigo è limitata a un procedimento penale, cosiddetto “Glicine Akeronte”, in cui rispondo di reati comuni. Il fatto che lo stesso processo concerna anche persone accusate di reati di criminalità organizzata può ingenerare confusione ma siamo certi che il Gen. Errigo non faticherà a verificare che la Procura della Repubblica non ha formulato nei miei confronti alcuna infamante accusa del genere. Anzi, quando l’unico fascicolo relativo a questo procedimento è finito nelle mani del Giudice per le indagini preliminari al quale i Pubblici Ministeri hanno chiesto misure cautelari nei confronti di altri indagati, il giudice ha messo per iscritto di non intravedere alcun nesso con la mia posizione. Mi sono permesso di puntualizzare queste circostanze – conclude Vrenna – perché non accetto di essere messo in mezzo, direttamente o indirettamente, e perché, in passato, purtroppo è accaduto che altri abbiano commesso errori nel ricostruire storia delle aziende. Fummo costretti a smentire e le Autorità dovettero riconoscere gli sbagli. In questo caso, ho preferito prevenire.
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