VIBO VALENTIA «A Vibo il punto più acuto della crisi del sistema sanitario calabrese». L’area progressista si riunisce e lancia la battaglia sulla sanità, denunciando la «situazione drammatica» in cui versa il sistema sanitario vibonese. «La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la questione dell’ospedale» spiega Michele Furci, coordinatore dell’iniziativa e rappresentante del M5S. Il fronte progressista si mostra compatto e da Palazzo Gagliardi attacca il governatore Roberto Occhiuto, reo di «comunicare solo tramite social invece di presentarsi a Vibo e rispondere nelle sedi opportune». All’iniziativa presenti quasi al completo i vertici locali del Partito democratico, del Movimento e delle forze progressiste, oltre che sindacati, tra cui la Cgil con il segretario Angelo Sposato, associazioni civiche ed esponenti della società civile.
Presenti anche i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti e Antonio Lo Schiavo, che qualche giorno fa hanno annunciato un’ulteriore interrogazione sulla sanità vibonese. «Il caso Vibo – ha detto Lo Schiavo – non deve diventare nazionale. Non si possono abbassare i riflettori sullo stato comatoso della sanità vibonese a livello provinciale. C’è un diritto alla salute che è negato: il caso della farmacia territoriale, ospedali di provincia non attrezzati, mancano strutture e soprattutto personale. Non bastano 17 cubani a risolvere il problema». Per il consigliere regionale del gruppo misto emblematico è il caso dei lavori di ristrutturazione dello Jazzolino, con Occhiuto che ha parlato di voler provare a rimodulare i fondi Pnrr per rinviare i lavori: «C’è una confusione di fondo e Occhiuto dovrebbe chiarire meglio. Si tratta di un cofinanziamento che già prevedeva fondi regionali e comunitari. Bisogna capire come si possono rimodulare i fondi Pnrr che hanno una scadenza. Questo va chiarito nelle sedi opportune, non tramite una storia Instagram di 30 secondi, il suo profilo è ormai diventato un bollettino ufficiale della Regione».
Critico nei confronti del commissario della sanità anche il consigliere regionale dem Raffaele Mammoliti: «Alle nostre sollecitazioni risponde senza aggredire criticità che esistono da anni in questo territorio. Lo dimostrano i commissari part-time che ha mandato per anni con una sanità vibonese in una situazione drammatica». Sulle rassicurazioni sui lavori di ristrutturazione dello Jazzolino Mammoliti non è convinto: «Mi sembra che mandi la palla fuori dal campo, un espediente tecnico che non affronta la strutturalità di quel nosocomio». Un ospedale – avverte il consigliere regionale – «che rischia di collassare. Di questo se vuole se ne assuma la responsabilità, ma quelle risorse non vanno perse. La struttura va messa in sicurezza per garantire le cure ai cittadini. Purtroppo, Occhiuto ha un atteggiamento poco incline al dibattito democratico come tutta la destra calabrese. Noi cerchiamo il dialogo, ma senza confronto e risposte concrete procederemo ad una grande mobilitazione e ad una grande iniziativa sotto la Cittadella».
Mammoliti e Lo Schiavo chiedono chiarimenti anche sulla costruzione del nuovo ospedale. «Vigileremo con grande attenzione – risponde il consigliere regionale dem – perché si tratta di una struttura fondamentale che già 20 anni fa doveva essere costruita, c’era un’ordinanza della protezione civile. Ancora oggi siamo al progetto definitivo». Più perplesso sulle tempistiche Lo Schiavo: «Se il nuovo ospedale vedrà la luce nel 2026, cosa per cui purtroppo io continuo a mantenere qualche perplessità, allora il problema dello Jazzolino comincia anche a sgonfiarsi di intensità. Ma se noi siamo destinati ad avere questa struttura fatiscente per anni, non solo è necessario un intervento, ma anche potenziare reparti chiusi». Promette di vigilare anche il sindaco Enzo Romeo: «Non ho ancora fatto sopralluoghi sul cantiere, lo farò con i tecnici solo per capire effettivamente cosa ci sia di vero sulla possibilità che questo ospedale possa essere terminato fra due anni. So che un paio di settimane fa sono arrivati i tabulati del progetto esecutivo, siamo in contatto con gli uffici regionali affinché questo non determini rallentamenti. Per quanto riguarda i nostri uffici non avverrà». (ma.ru.)
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