LAMEZIA TERME Un’azienda agricola solidale per «garantire un alloggio dignitoso» ai braccianti. E ancora: rigassificatore, inceneritore, la sanità nella Piana di Gioia Tauro e lo sviluppo turistico di San Ferdinando. Di tutto questo ne ha parlato Luca Gaetano, sindaco del comune al confine tra la provincia reggina e quella vibonese, ospite di Supplemento d’indagine, il format in onda su L’altro Corriere Tv (canale 75) ogni mercoledì sera alle 20:40. Al centro della puntata, condotta da Danilo Monteleone, le criticità che attanagliano la Piana di Gioia Tauro, spesso affrontante nel dibattito pubblico senza considerare il territorio di San Ferdinando, nonostante ricopra un ruolo di primo piano per le infrastrutture e per lo sviluppo economico.
San Ferdinando è anche luogo di arrivo e di dimora di molti dei migranti economici che arrivano in Calabria. Braccianti agricoli e manodopera essenziale per le aziende della Piana, spesso però costretti a vivere e lavorare in condizioni di estremo disagio e di povertà. Dalla rivolta dei migranti, avvenuta nel 2010, alla tendopoli di San Ferdinando, l’emergenza non si è risolta nonostante i proclami e le visite della politica nazionale. «La situazione non è cambiata» risponde Gaetano. «Oggi la condizione di vita abitativa, sanitaria, igienica dei braccianti stranieri è inaccettabile. È sotto gli occhi tutti. Noi fronteggiamo costantemente il fenomeno, siamo chiamati tutti per motivi umanitari e civici a dare delle risposte». Per il primo cittadino occorre sia garantire welfare sia l’emancipazione dei lavoratori che «vivono ai margini della società, perché noi abbiamo puntato sulla formazione e sull’orientamento, ma sono cose che non possono essere indotte e a carico dello Stato, altrimenti significherebbe erogare contributi per una sola parte della società. Sono persone povere, fragili e in condizioni di disagio e come tali vanno trattate, dobbiamo creare un sistema che nel tempo diventi autosufficiente».
Un luogo in cui si presentò anche Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, con tanto di ruspe al seguito. «Fu un atto di propaganda che non risolse il problema, ma il risultato è stato trasferire il degrado una parte all’altra. Servono interventi per inserire i migranti in un contesto di cittadinanza attiva. Se non si fa questo il degrado e le divisioni saranno permanenti. Loro vivono in condizioni di assoluta anarchia, hanno un welfare endogeno, una loro struttura che li porta ad essere indipendenti. Questi impedisce un’effettiva integrazione». Una proposta, spiega il sindaco, è già sul tavolo e sarebbe finanziata con i fondi Pnrr: realizzare «un’azienda agricola solidare che possa garantire loro un alloggio dignitoso, ma anche impianti produttivi che gli permetta di emanciparsi. Sarebbero affiancati da una cooperativa già con esperienza e inserita nei mercati etici e legali. L’obiettivo è che si responsabilizzino e arrivino ad autogestirsi senza dover aspettare quei sussidi che è sempre più difficile erogare».
Non solo migranti, ma San Ferdinando potrebbe presto avere a che fare con un’opera considerata strategica a livello nazionale. Sul rigassificatore, fortemente voluto dalla politica regionale e nazionale e che dovrebbe nascere al largo della costa tra San Ferdinando e Gioia Tauro, il sindaco precisa la sua posizione: «Le comunità locali vanno ascoltate. Il nostro terriorio in passato è stato sacrificato, negli anni 70 è stato depredato e saccheggiato quando si voleva da noi il quinto centro siderurgico, che alla fine non si è fatto. Poi è nato il Porto di cui siamo orgogliosi e felici, però anche questa è un’infrastruttura che lascia a noi i costi e porta i benefici altrove». Dalle infrastrutture nascono, aggiunge il sindaco, opportunità. «Per noi lo è la piastra del freddo e pretenderemo che il rigassificatore venga accompagnato da questa infrastruttura che potrebbe dare un grosso impulso alle attività agroalimentari». Gaetano promette di vigilare, anche perché «il timore è di trovarci di fronte all’ennesima incompiuta».
Mantenere, dunque, un equilibrio tra costi e benefici per la comunità. È il diktat imposto dal sindaco di San Ferdinando, che ripropone anche quando si parla dell’inceneritore. «I rifiuti possono essere una risorsa o un problema, dipende da come vengono gestiti. Siamo il Comune più vicino all’inceneritore, eppure non c’è per noi alcuna misura compensativa. Ora abbiamo avviato delle interlocuzioni con la Regione per ricevere royalties che potremmo utilizzare per il ristoro e la purificazione ambientale». Sulla recente nascita di Arrical, Gaetano si dice d’accordo ma «deve rispettare le esigenze dei territori, che sono abbassare il costo del trattamento dei rifiuti e assicurare pulizia e decoro».
Anche sul tema sanità il sindaco si espone con forza, sostenendo, come aveva fatto nella puntata precedente il sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio, «che per la Piana il solo ospedale di Polistena non è sufficiente. Oggi la situazione è molto critica, noi viviamo in una condizione in cui ci si affida solo ai grandi ospedali, quando questi avrebbero bisogno di una rete satellite di piccoli centri di prossimità in grado di gestire i problemi sanitari e in caso smistare verso i grandi hub». Un’emergenza se si considera che, in questo momento, per le 170 mila persone della Piana esiste solo un ospedale. «Non è accettabile, adesso abbiamo un’Asp che ci ascolta, ma dobbiamo continuare a denunciare la situazione per avere garantito il diritto alla salute». Infrastrutture e sanità come servizi primari, mentre per lo sviluppo economico il sindaco non trascura il turismo: «Abbiamo grandi risorse: la spiaggia più ampia della provincia, un paesaggio mozzafiato tra la Costa viola e la Costa degli Dei, abbiamo l’Aspromonte alle nostre spalle. San Ferdinando ha avuto un grande passato turistico, adesso abbiamo avviato diverse attività di riqualificazione per recuperare anche quelli che sono i marcatori identitari della nostra città, tra cui il mare, il porto, il fiume, la natura e l’ospitalità». (redazione@corrierecal.it)
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