Martedì, 18 Marzo

Ultimo aggiornamento alle 23:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

VERSO LE AMMINISTRATIVE

Elezioni a Rende, prove di campo largo. Se Funaro e Incarnato si trovano dalla stessa parte della barricata

Assemblea con partiti e movimenti. De Luca (Pd): «Qui come uditori, disponibili a confronto». Gelsomino (Fr): «I dem escano dalle ambiguità»

Pubblicato il: 13/02/2025 – 19:20
di Eugenio Furia
Elezioni a Rende, prove di campo largo. Se Funaro e Incarnato si trovano dalla stessa parte della barricata

RENDE Le geometrie impazzite della politica locale producono scene epiche come questa: Maria Pia Funaro, epurata dalla giunta Caruso, alle 18.30 dà la parola a Luigi Incarnato, uomo forte di quella stessa amministrazione. Il terreno Comune è il futuro del centrosinistra in vista del voto di primavera. A Rende, e il segretario regionale del Psi, cosentino ma orgogliosamente «rendese da trent’anni», rivendica quanto fatto nel 2010 in Regione per la metroleggera e dopo 15 anni invita a mettere i trasporti in cima alla lista dell’Agenda politica: «Il centrodestra sta già lavorando e facendo alleanze strane, vuole riprendersi Rende dopo il tentativo della città unica. Io ho settant’anni, portati pure bene, e non ho mai cambiato tessera: i socialisti ci sono». Poi Incarnato lascia l’assemblea per una visita medica. In chiusura gli risponderà Antonio Curcio (Sinistra Italiana): «Ben venga l’intervento del compagno Incarnato, ma faccia un salto e dica definitivamente da che parte sta, dica che quella di Manna è stata un’esperienza fallimentare sciolta per mafia e che oggi si può guardare oltre: il Partito socialista, nella prima e nella seconda sindacatura Manna, lo ha esplicitamente sostenuto. Altrimenti qui oggi Incarnato ha solo preso 7 dei nostri minuti che avremmo potuto destinare ad altri compagni e compagne, amiche e amici».
Non che ci si aspettasse altro dalla prima riunione (si teme) di una lunga serie, ma dopo quasi due ore di discussione resterà questo il titolo, dopo ricorrenti esercizi di politichese venuti in realtà dai rappresentanti dei partiti tradizionali: Funaro e Incarnato potrebbero ritrovarsi alleati.
I lavori sono stati aperti proprio da Funaro: «No a caminetti o veti e preclusioni – chiarisce l’ex dem, oggi in quota Avs -, parleremo di programmi e non di nomi, che vanno costruiti appunto sulla proposta politica. Speriamo nella più ampia condivisione possibile, Rende è una realtà molto complessa ma dobbiamo cercare di convivere».
Assente il segretario provinciale Pecoraro, per il Pd è annunciata la presenza di Francesco De Luca, ma anche Salvatore Giorno è venuto ad affacciarsi dalla federazione di Cosenza (da oltre Campagnano è arrivata anche Bianca Rende): De Luca parla «a nome della segreteria provinciale e in veste di uditore», specifica. «Crediamo nella costruzione di una coalizione riformista e progressista – aggiunge – organizzeremo appuntamenti e interlocuzioni nelle prossime settimane. C’è tutto l’interesse a proseguire su questa strada».
Per Giuseppe Giorno, coordinatore provinciale del Movimento 5 stelle, «negli ultimi 10 anni la politica a Rende ha fallito. Ora è necessario dare una nuova visione dando una identità chiara al centrosinistra, anche in vista delle Regionali» (a proposito: voci romane portano, probabilmente con troppo anticipo, a una ipotesi Pasquale Tridico).
Walter Nocito, vicesegretario regionale di Sinistra Italiana, ricorda anzitutto che – prima ancora del voto amministrativo – «il referendum di maggio sarà un tentativo di spallata al governo Meloni-Salvini. Governare le città medio grandi è una partita, e Rende ha rilievo di città per la sua centralità nell’area urbana – che non deve essere un tabù – e nello scenario economico. Rende e Montalto non perdono popolazione attiva e reddito medio procapite». Per il voto Nocito propone il campo largo sperimentato a Perugia e Verona: «Rende segua questi trend, ma diamoci un metodo serio superando antipatie e famiglie o carriere, scriviamo documenti politici e non personalistici come accade nei piccoli comuni che vediamo a Cassano o a Lamezia. Stasi ci ha dimostrato, magari in modo populista, che ci sono praterie. Se il fronte progressista governa in Puglia, Campania e Sardegna non vedo perché non debba farlo anche in Calabria. Il civismo antipolitico e in certi versi anti-sinistra di Manna va superato, guardiamo all’arco che va da Italia Viva ai trotskisti».
Gianmaria Milicchio (Rifondazione comunista) invoca una «netta discontinuità» non solo «in contrapposizione alle destre» ma per «costruire una reale alternativa politica e un programma politico partecipato scritto a più mani, anche dalla società civile: non è affatto una deriva populista. Il salario minimo comunale di Perugia è un esempio di politiche di sinistra a favore delle fasce più deboli».
Per Italia Viva parla Giuseppe d’Acri, poi la parola passa ai movimenti: Marina Simonetti (AttivaRende) specifica che «non è la città a essere mafiosa ma l’amministrazione a essere stata commissariata, per i cittadini è stato semmai un oltraggio, per questo hanno reagito. Oggi Rende è devastata, anche da una gestione commissariale che ha dato continuità alla precedente amministrazione: basti pensare alle piste ciclabili…». Umberto Calabrone (Fiom) invita a non predicare «l’unità a tutti i costi, altrimenti facciamo la marmellata di Manna», Andrea De Bonis (forte di una militanza trentennale in Filorosso) a puntare su welfare e servizi, Venzo Morrone (Uniti per rinnovare) a dare voce alle nuove generazioni.
Per il Movimento 5 Stelle interviene anche l’ex consigliere comunale Domenico Miceli: «Abbiamo perso dieci anni ma i tempi sono maturi per cercare l’unità e fare sintesi, c’è bisogno di una grande forza: dobbiamo riprenderci il territorio e il futuro che ci è stato negato».
Clelio Gelsomino (Federazione riformista, il suo l’intervento più apprezzato) si dice «preoccupato»: «Con i 5 Stelle siamo stati gli unici a fare opposizione a Manna e i partiti ci hanno lasciati soli, adesso il Pd deve uscire dalla sua ambiguità. Non ha ancora chiarito la sua posizione, a partire dall’ex vicesindaco Artese e da Fabrizio Totera. Dobbiamo capire chi siamo, i presupposti ci sono ma la battaglia è difficilissima perché il centrodestra è forte e radicato, e anche la giunta Manna ha appeal. Se stavolta si riprendono Rende non la lasciano più. E ci cancellano». (e.furia@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

L'offerta informativa del Corriere della Calabria rimarrà gratuita

Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.

La tua è una donazione che farà notizia. Grazie

Il campo è obbligatiorio!
Il campo è obbligatiorio!

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012--2025. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x