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«Il commissariamento una palude, è necessario uscirne. Giusto il ricorso ai medici cubani»

Il presidente di Gimbe Cartabellotta: «In Calabria si sta facendo un buon lavoro. La gestione straordinaria ha indebolito le regioni del Sud»

Pubblicato il: 13/02/2025 – 18:04
«Il commissariamento una palude, è necessario uscirne. Giusto il ricorso ai medici cubani»

CATANZARO «I dati del 2023, seppur ancora non definitivi, documentano un miglioramento della regione Calabria nel punteggio Lea complessivo e nel miglioramento di circa tre quarti degli indicatori in tutte e tre le aree, quella della prevenzione, quella distrettuale e quella ospedaliera. Segnale che si sta facendo un buon lavoro dal punto di vista della riorganizzazione dei servizi perché lo status di piano di rientro e di commissariamento in questi anni sicuramente non ha facilitato il miglioramento delle cure per i cittadini calabresi». Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in conferenza stampa al termine dell’incontro in Cittadella con il presidente della Regione e commissario della sanità Roberto Occhiuto il commissario di Azienda Zero Gandolfo Miserendino e i vertici della struttura commissariale e del Dipartimento Salute della Regione.  «Il commissariamento – ha poi aggiunto Cartabellotta – è sicuramente una cosa dalla quale bisogna uscire.  Visto che il riequilibrio del bilancio è stato effettuato, è un passo per uscire da questa sorta di palude che inevitabilmente ha bloccato lo sviluppo organizzativo di tutta una serie di cose, in particolare l’assunzione del personale. Le procedure che impone il ministero durante il periodo del piano di rientro e del commissariamento sono molto rigorose.  Io paragono per il cittadino comune con il termine ganasce: sostanzialmente tu hai una bella macchina ma non ti puoi muovere se non all’interno di vincoli particolarmente ristretti».

«Giusto ricorrere ai medici cubani»

 “E’ evidente – ha proseguito Cartabellotta – che il commissariamento è legato principalmente a un equilibrio di bilancio che mi sembra sia stato assestato in Calabria negli ultimi due anni. Il problema reale è che proprio lo strumento del commissariamento e quello dei piani di rientro hanno indebolito Le regioni del Mezzogiorno. Certo, le Regioni del Sud negli anni passati hanno speso male denaro pubblico, ma se nel momento in cui le devi far recuperare c’è un forte definanziamento pubblico e le regioni hanno vincoli nelle assunzioni e nella riorganizzazione dei servizi o c’è un colpo di reni e di coraggio – come ha fatto il presidente Occhiuto con i medici urbani perché in questo momento storico non si poteva fare diversamente – o non ci sono risultati. Non può essere una soluzione strutturale ma – ha spiegato il presidente di Gimbe – è quella che probabilmente ha consentito questi recuperi della Calabria nel 2023: è un dato di fatto che c’è una paralisi istituzionale e amministrativa che si riflette oggi. Bisognerebbe rivedere queste modalità e ridefinire il concetto dei piani di rientro, basti pensare alla Regione Lazio che è in piano di rientro dal 2007, è come se uno da 18 anni sta sempre nella stessa classe a scuola. E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona. Questo è un problema di tipo prevalentemente politico, è proprio lo strumento dell’accoppiata commissariamento-piani di rientro non è il modo per fare uscire il Sud da questa situazione. Il Sud tra l’altro – ha concluso Cartabellotta – continua ad andare più indietro, ma è evidente che si stanno usando strumenti – commissariamento e piano di rientro – che sono elementi di svantaggio». (a. cant.)

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