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Elezioni a Rende, Talarico e Curcio contro il Pd: «Ambiguo e non smentisce il dialogo con Manna»

All’assemblea di AttivaRende il Psdi propone la candidatura di Sandro Principe. Che glissa e attacca Rifondazione: «Rivoluzionari parolai»

Pubblicato il: 19/02/2025 – 21:15
di Eugenio Furia
Elezioni a Rende, Talarico e Curcio contro il Pd: «Ambiguo e non smentisce il dialogo con Manna»

RENDE Ancora una volta mancava solo il Partito democratico. Più di un centinaio di persone ha risposto stasera all’appello di AttivaRende: a suggerire contenuti per l’agenda 2025/2030 “Prepariamo tempi migliori” c’è una platea variegata, età media 55/60 anni, presenze da Cgil e Uil, 5Stelle, Avs e Rifondazione, il civismo più o meno connotato a sinistra (InnovaRende e Federazione Riformista), docenti Unical e vecchi militanti socialisti ma anche una decina di ventenni ad affacciarsi per abbassare la media nella sala gremita del President Hotel di Quattromiglia di Rende.
Una chiamata a raccolta su 4 temi che sono già la prima impalcatura di un eventuale programma: territorio, qualità della vita, sviluppo e democrazia.

Talarico: Pd ambiguo, il suo silenzio è fragoroso

Mimmo Talarico si muove tra citazioni di La Pira e una declinazione ancora possibile di Socialismo, ma parte dal locale: “Rendesità fa rima con responsabilità – esordisce -, ci sono stati errori di tutti, me compreso, silenzio e complicità anche in buona fede. Adesso torniamo tutti a occupare lo spazio pubblico, non disertiamo: ricostruiamo una comunità su basi politiche per dare un futuro alla città che versa in uno stato di sofferenza. Usciamo dal tunnel. La nostra città è stata violentata e ha subìto l’onta del commissariamento, ma qui non siamo in un tribunale del popolo e stasera non tratteremo temi giudiziari ma politici, senza parlare però in politichese”.
Passando al comitato per il no alla città unica, Talarico lo definisce “non una casa matta” ma una coalizione che partorisca programmi e candidati: il collante è “la forte contrapposizione alla giunta Manna, lo abbiamo fatto con tutti gli strumenti democratici denunciandone le nefandezze”.
Il silenzio del Pd – attacca – è stato fragoroso e il partito non è uscito dalle ambiguità, mostra scarso interesse per Rende mentre il centrodestra è organizzato, con il presidente Occhiuto in prima linea, e ha governato in questi anni, certo anche con pezzi del Pd. Il Municipio è stato frequentato da gente improbabile, borderline e incapace – aggiunge -. Gli autori del misfatto non hanno alcuna autorità di presentarsi di nuovo ai rendesi, sta a noi entrare nel merito delle questioni a partire dal Psc, basta slogan: aggreghiamo per risolvere i problemi di Rende, deve essere un movimento di popolo per il suo riscatto”.

L’intervento di Talarico

Il nodo Sandro Principe

Talarico augura una giunta con più giovani e più donne, e un “dialogo tra generazioni e non una contrapposizione passato/futuro” – il riferimento indiretto è a Sandro Principe – perché “il passato è la cassetta degli attrezzi per il futuro: no al nuovismo, l’età non basta senza competenze e passione civile. Non siamo ostili ai portatori di esperienze come Principe, però non saremo di ostacolo al cambiamento, il passato più glorioso non basta più…” conclude Talarico.
Introducendo l’incontro, anche Marina Simonetti aveva parlato senza mezzi termini di “sciatteria istituzionale e gestione privatistica della cosa pubblica” in riferimento all’ultimo decennio.
Poi spazio ai 4 panel. Dopo Giovanni Soda parlano i prof. Mazzitelli e Barberi, Daniela Ielasi (Dam), Roberto Galdini di NTT Data, Paolo Cretella e Massimiliano Ianni (Uil e Cgil), Gianmaria Milicchio (Rifondazione comunista), Luigi Cosentini (Psdi) che parla un minuto e mezzo e non ci gira attorno: “Un sindaco forte lo abbiamo già, è qui tra noi e si chiama Sandro Principe”. Applauso breve ma intenso.

Principe attacca Rifondazione (che lascia la sala)

L’ex sindaco prende la parola per glissare sulla proposta appena formulata e per attaccare quelli che definisce “rivoluzionari parolai che scrivono libri dei sogni”, in riferimento all’intervento di Rifondazione comunista, la cui delegazione dopo uno scambio di battute – e incassatane qualcuna anche personale – decide di abbandonare la sala. “Chi ha parlato di tragico arretramento culturale e scarsa partecipazione di Rende – aggiunge Principe – sicuramente ricorderà che noi andavamo nei quartieri ad affiggere i manifesti e ogni anno al Garden rendevamo conto ai cittadini”.
L’intervento più applaudito è quello di Antonio Curcio (Avs) che invita a “unire le forze civiche, riformiste e progressiste contro la forza delle destre sempre più potenti, anche qui a Rende. Ma – incalza – la settimana prossima dobbiamo uscire già con il nome del candidato”. Tra le priorità cita un “Piano strutturale d’area” che sia in relazione anche ai centri limitrofi ma anche un sistema di trasporti integrati («con una società pubblica»), poi a proposito della da più parti invocata socialità critica la graduale privatizzazione degli spazi pubblici a partire dal tennis club, infine un riferimento al Partito democratico “che non ha smentito le dichiarazioni di Marcello Manna su una sua fase di interlocuzione tanto con Forza Italia quanto con i democratici”. (e.furia@corrierecal.it)

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