CATANZARO Favori per ottenere presunti benefici. La pratica del do ut des è il caposaldo sul quale si poggia l’intero architrave della indagine coordinata dalla procura di Catanzaro e chiusa, lo scorso 22 gennaio 2025, con la notifica ai 31 indagati. Nell’elenco figurano politici, dirigenti regionali, imprenditori e anche membri in servizio alle forze dell’ordine. Negli episodi vengono segnalati presunti scambi di favori per ottenere, ad esempio, un finanziamento per una struttura ricettiva (è il caso che vede coinvolti il dirigente regionale Domenico Pallaria e l’imprenditore vibonese Francescantonio Stillitani).
Nel mosaico investigativo cristallizzato nell’indagine della procura emerge anche la figura di Sergio Vittadello, titolare di imprese che gravitano nel gruppo familiare: “Intercantieri Vittadello Spa”, Einvir S.r.L, Co.GcAT Sr.l. e il Consorzio GRA imprese Padovane. Il suo nome compare nell’elenco degli indagati che hanno ricevuto notifica di chiusura indagini, in merito ad un episodio contestato anche a Domenico Pallaria e Luigi Incarnato, quando era commissario liquidatore di Sorical Spa: società mista controllata dalla Regionale Calabria. Il fatto riguarda «accordi presi per l’affidamento della gestione della diga del Menta». Il gruppo di Vittadello si era aggiudicato la gara di appalto indetta dalla Stazione Unica Appaltante Regione Calabria per la “realizzazione dell’impianto di valorizzazione e recupero spinto di M.P.S., da RD e RU residui, da avviare a filiera di riciclaggio” ad Alli, a Catanzaro. I tempi dall’aggiudicazione definitiva si allungano, «senza che il contratto fosse stipulato e i lavori consegnati». A questo punto, secondo la procura, Pallaria avrebbe consigliato all’imprenditore tramite la dipendente della “Intercantieri Vittadello Spa” Giada Fulini (indagata), «le procedure di gara alle quali partecipare» e si sarebbe inoltre attivato «per conoscere lo stato del pagamento di alcuni debiti che gravavano sulla Regione Calabria in favore delle imprese di Vittadello». Sempre secondo l’accusa, Pallaria e Incarnato si sarebbero accordati con Fulini, «nell’interesse di Vittadello» per «l’affidamento della gestione della diga del Menta alle sue imprese, elaborando un meccanismo che consentisse di non indire una gara pubblica». (f.b.)
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