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I VERBALI

‘Ndrangheta, a Milano i Bonavota “infiltrati” nei lavori e nello spaccio. «Parte della droga arrivava a Sant’Onofrio»

I racconti del pentito Barbieri alla Dda sugli affari del clan. «Mallamace, Fortuna e il suocero di Lo Schiavo erano i nostri uomini»

Pubblicato il: 20/02/2025 – 19:23
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, a Milano i Bonavota “infiltrati” nei lavori e nello spaccio. «Parte della droga arrivava a Sant’Onofrio»

LAMEZIA TERME «Giuseppe Fortuna è il fratello di Francesco, girava con noi anche lui e stava sotto di noi. Con lui lavorava Gaetano Lo Schiavo, un ragazzo di Sant’Onofrio che appartiene a noi. Intendo che girava con noi e che, se c’era bisogno di qualche cosa, si metteva a disposizione». Così agli inquirenti della Distrettuale antimafia di Catanzaro, Onofrio Barbieri, ex uomo del clan di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio e collaboratore di giustizia, i cui verbali sono stati acquisiti nel processo d’appello “Rinascita-Scott”.

I lavori al Nord

«Dei lavori che questi facevano, sia nelle nostre zone sia fuori – racconta ancora il pentito agli inquirenti – ricordo, ad esempio, che andavano a fare dei lavori anche su, a Milano, con Francesco Fortuna, e davano una parte dei soldi a Mimmo Bonavota». «So che alcuni lavori su Milano li hanno presi per il tramite di Francesco Mallamace, imprenditore che prima aveva una ditta di movimento terra a Sant’Onofrio, poi si è spostato su Milano». Il pentito spiega successivamente che Mallamace e Gaetano Lo Schiavo erano, a tutti gli effetti, «i rappresentanti del nostro gruppo criminale a Milano» mentre «era Francesco Fortuna che si occupava di mantenere i rapporti con questi soggetti nei vari viaggi che effettuava sia in Liguria che in Piemonte». Onofrio Barbieri ha spiegato che Mallamace «stava con noi, iniziato a lavorare su Milano grazie a Mimmo Bonavota e allo stesso Francesco Fortuna. Anche io dovevo salire a Milano per lavorare con Mallamace, ma poi sono stato arrestato».

Il suocero di Lo Schiavo

Secondo i racconti del pentito, dunque, i Bonavota a Milano erano collegati con l’imprenditore Mallamace, «ma riuscivano ad ottenere lavori nel Nord Italia grazie al suocero di Gaetano Lo Schiavo», di cui peraltro non ricorda il nome. «Sia Mallamace che il suocero di Lo Schiavo procacciavano dei lavori per conto dei Bonavota al Nord». Secondo Barbieri, inoltre, il suocero di Lo Schiavo «sapeva perfettamente che il nostro era un gruppo criminale» e sarebbe stato proprio lui a garantire «la nostra infiltrazione in numerosi lavori al Nord, in particolare in Liguria e Milano. Questo avveniva all’incirca nel 2014».

La droga tra «Milano e Sant’Onofrio»

Lavori al Nord e a Milano, ma non solo. Secondo il racconto del collaboratore di giustizia vibonese «Nicola Bonavota e Francesco Fortuna, in occasione dei viaggi a Milano tra il 2013 e il 2014, si occupavano del traffico di sostanze stupefacenti insieme a Francesco Mallamace e ancora al suocero di Lo Schiavo». La droga acquistata a Milano, in parte, «veniva trafficata sul posto, in parte a Sant’Onofrio». (g.curcio@corrierecal.it)

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