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Bando da 26 mila euro a Vibo, Indipendenza riaccende la polemica: «Negato l’accesso agli atti, è uno scandalo»

Il coordinatore Pino Scianò accusa il Comune di poca trasparenza sull’incarico da 400 euro al giorno: «Cosa vogliono nascondere?»

Pubblicato il: 21/02/2025 – 1:45
Bando da 26 mila euro a Vibo, Indipendenza riaccende la polemica: «Negato l’accesso agli atti, è uno scandalo»

VIBO VALENTIA «Noi abbiamo chiesto l’accesso agli atti, ci è stato vietato più volte. Non c’è trasparenza, è veramente una brutta storia». Indipendenza rialza il polverone sul caso del bando da 26 mila euro al Comune di Vibo Valentia, destinato a una figura per la pubblicizzazione dei progetti Pnrr e finito al centro della bufera politica solo pochi mesi fa. Il coordinatore provinciale Pino Scianò in una Conferenza stampa convocata ieri pomeriggio ha accusato il Comune di poca trasparenza, dopo che le loro richieste di accesso agli atti sono state più volte negate. «Noi volevamo i curriculum dei candidati e i verbali, ci è stato detto di no perché bisognava tutelare la loro privacy». Motivazioni che, secondo il leader locale di Indipendenza, non sarebbero sufficienti: «Abbiamo anche detto che non ci interessavano i candidati, ma solo i titoli, ma ci è stato risposto che non era possibile oscurare i nomi».

Il caso del bando da 26 mila euro

All’origine della polemica il bando pubblicato lo scorso settembre con criteri ritenuti «troppo stringenti» e un compenso «eccessivo» da chi ne contestava la regolarità: 26 mila euro (che diventano 33 mila compresa l’Iva) per 65 giorni effettivi circa 400 euro al giorno, non per forza consecutivi. La figura richiesta doveva avere una laurea in Beni culturali o Scienze della comunicazione, essere un giornalista iscritto all’albo, ex direttore di testata giornalistica ed ex dirigente di impresa. Una selezione, ad avviso dei contestatori, fin troppo stringente, tanto da far dubitare che si trattasse di un «bando ad hoc» per una precisa persona. Accuse rispedite al mittente dalla maggioranza, dal sindaco Enzo Romeo e dall’assessore Marco Talarico. All’avviso erano poi arrivate 33 candidature, di cui solo 4 avevano superato la selezione alla prima fase: tutti i “finalisti” erano però stati ritenuti inidonei successivamente.

La richiesta di accesso agli atti

Da qui la richiesta di accesso agli atti da parte di Indipendenza. La prima il 15 novembre, «bocciata dal segretario comunale Domenico Libero Scuglia poco tempo dopo». «Abbiamo quindi prodotto altre due istanze a dicembre, ma il 13 gennaio è arrivata un’unica risposta in cui si negava nuovamente l’accesso. Ci siamo appellati al difensore civico della Regione, una figura di garanzia che ha ritenuto legittima la richiesta, ma anche qui c’è stato un diniego». Anche un candidato finalista, citato da Scianò, avrebbe tentato invano di accedere agli atti: «Hanno risposto che poteva accedere soltanto ai suoi atti, quindi al suo curriculum». Una risposta paradossale che avrebbe lasciato di stucco lo stesso richiedente. «Noi – ha continuato Scianò – vogliamo trasparenza e conoscenza degli atti, soprattutto per tranquillizzare i cittadini, i nostri iscritti e quelli che si erano rivolti a noi».

I dubbi di Indipendenza

Anche perché senza risposte e documenti si alimentano i dubbi. «Vogliamo conoscere i titoli di queste persone che si sono candidate e il perché sono state bocciate. Io dubito che in Italia ci siano 33 persone con quei requisiti, perché dunque partecipare a un bando se non li hai? Di questi solo quattro sono passati alla seconda fase, vogliamo capire se loro avevano tutti i titoli e perché poi sono stati ritenuti inidonei. A noi è stato detto che, addirittura, tre di questi non si sono presentati neanche al colloquio». Dubbi anche sulla «massima urgenza con cui questo bando era stato pubblicato. Da novembre, però, non mi risulta siano stati pubblicati altri avvisi». Un’urgenza che, dunque, sembra non esserci più: «È un brutto esempio per i giovani, non mi sarei mai aspettato dall’amministrazione questa chiusura netta. Noi comunque non demordiamo, continuiamo ad andare avanti e non ci fermeremo». (ma.ru.)

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