Non si arresta la corsa dei prezzi all’ingrosso di energia elettrica e gas con un impatto sulle imprese del terziario di mercato sempre più pesante: per queste imprese, infatti, la bolletta elettrica di gennaio registra una crescita media del 24% rispetto a gennaio 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. Aumenti anche per il gas con un +27% rispetto all’anno scorso e +90,4% rispetto al 2019. E’ quanto si legge in una nota di Confcommercio-Imprese per l’Italia sull’impatto del caro energia sulle imprese del terziario di mercato. I dati risultano ancora più penalizzanti per la competitività delle nostre imprese nel confronto con gli altri Paesi europei: a gennaio 2025, infatti, il prezzo dell’energia elettrica in Italia (143 euro/Wh) è risultato più alto del 40% rispetto alla Spagna e di quasi il 30% rispetto a Francia e Germania, rileva Confcommercio, indicando la necessità di «interventi urgenti, a cominciare dalla progressiva sterilizzazione degli oneri generali di sistema (gravanti per il 23% sulle bollette elettriche del terziario) la cui fiscalizzazione condurrebbe all’abbattimento dei costi per la generalità dei clienti finali».
«Da attuare anche – secondo Confcommercio – una sospensione temporanea del sistema ETS, in cui l’aumento dei prezzi delle fonti fossili incide pesantemente sul prezzo delle quote di CO2, che nel 2019 si attestava sui 25 euro/tonnellata, e attualmente ha raggiunto gli 80 euro/tonnellata. Parallelamente, nel medio-lungo termine, l’obiettivo è ridurre la volatilità dei mercati e la dipendenza dall’estero. Tra le misure chiave – prosegue la nota – : un tetto dinamico e flessibile al prezzo del gas, il disaccoppiamento tra il prezzo dell’elettricità e quello del gas, il potenziamento delle infrastrutture per una maggiore sicurezza energetica, che passa anche dalla diversificazione delle forniture e dalle riserve strategiche. Centrale, infine, un maggior controllo sulla speculazione finanziaria per stabilizzare i prezzi e tutelare i clienti finali».
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