Martedì, 29 Aprile

Ultimo aggiornamento alle 13:22
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

le motivazioni

Rende, «sostegno elettorale ricambiato con la gestione del Palazzetto dello sport affidato ad un uomo vicino alla criminalità»

Le motivazioni del Tar del Lazio che oggi ha confermato la legittimità dello scioglimento del comune

Pubblicato il: 25/02/2025 – 15:55
di Fabio Benincasa
Rende, «sostegno elettorale ricambiato con la gestione del Palazzetto dello sport affidato ad un uomo vicino alla criminalità»

RENDE Il Tar del Lazio ha confermato con sentenza odierna la legittimità dello scioglimento del Comune di Rende, respingendo due ricorsi proposti dall’ex sindaco e dagli ex amministratori del Comune di Rende, per contestare il decreto con il quale il Presidente della Repubblica il 28 giugno 2023 ha disposto lo scioglimento dell’amministrazione comunale, e a cascata di tutti gli atti precedenti e successivi.
La struttura ministeriale non ha solo recepito le conclusioni delle indagini penali, ma «ha impiegato tali dati come momento di partenza per i differenti accertamenti della commissione d’accesso». Secondo i giudici, «legittimamente l’amministrazione ha impiegato gli atti (a sua disposizione) del procedimento penale al fine descrivere l’ingerenza (diretta o indiretta) della criminalità organizzata nel comune di Rende».
Nella robusta e corposa relazione della commissione d’accesso al ministero dell’Interno, vengono anche annotate captazioni e intercettazioni telefoniche ed ambientali, che – a parer dei giudici – dimostrano «in maniera inequivocabile l’interessamento e l’appoggio da parte di un soggetto intraneo all’omonimo gruppo ndranghetista in favore di un assessore del comune rendese» e dunque – indipendentemente dal rilievo penale delle condotte – «va osservato come correttamente l’amministrazione ha sottolineato, nella proposta di scioglimento, come il sostegno elettorale da parte di alcuni appartenenti alla cosca malavitosa, fosse stato compensato con l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport».



Il Palazzetto dello sport

Il Tar interviene anche sulla questione legata all’affidamento della gestione del Palazzetto dello sport di Rende. Già, il ministro Matteo Piantedosi – nella sua relazione – aveva citato l’episodio. «Le risultanze investigative – si legge nella relazione – evidenziano in primo luogo il ruolo svolto dal sindaco e dal predetto ex assessore comunale nel richiedere, direttamente o indirettamente tramite intermediari, ad alcuni esponenti di cosche di ‘ndrangheta il sostegno elettorale, assicurando loro come contropartita l’affidamento della gestione di un impianto sportivo comunale e dei servizi ad esso connessi».
I giudici del Tar riannodano i fili e citano una conversazione «si ma ora che…vediamo il risultato dopo…vediamo il risultato e partiamo subito all’arrembaggio per il fatto di là…del palazzetto»). Il tema è rovente e si parla di «impegni presi». Quanto alla procedura di affidamento «come aggiudicataria sia risultata una società riferibile al cugino di secondo grado di due fratelli presumibilmente legati alla ‘ndrangheta e riferibili ad un gruppo criminale operante nell’hinterland cosentino.
«È poi importante sottolineare come l’affidamento ad un soggetto incensurato sia parte di una più ampia strategia tesa ad evitare i controlli antimafia» come si evincerebbe da una conversazione presente nella relazione della commissione d’accesso. «per il fatto del palazzetto… siccome aveva pigliato l’impegno che ce lo faceva pigliare… ripigliamo adesso i discorsi … prima che dopo è troppo tardi … mi deve dire che devo fare e che non devo fare … perché la persona pulita c’è … lui deve parlare per forza con…se ce la fa lui l’imbasciata».
Per i giudici, quindi, «oltre all’affidamento della gestione del palazzetto dello sport ad un soggetto con evidenti legami familiari con la criminalità organizzata, deve sottolinearsi come l’iter seguito non appare pienamente aderente ai precetti normativi, essendo manifesto l’atteggiamento di preferenza tenuto dall’amministrazione in favore dell’offerta dell’associazione» che poi sarebbe stata “agevolata” anche «dall’omessa verifica del corretto adempimento degli obblighi nascenti dalla concessione». Il concessionario, si legge nella sentenza del Tar del Lazio, «non eseguiva le migliorie indicate in sede di gara, anzi avanzava una proposta tecnica difforme, autorizzata de plano dall’ente locale che inoltre adottava una delibera di giunta finalizzata a compensare retroattivamente i lavori eseguiti con i canoni dovuti per i quali l’associazione era infatti assai morosa. Per giunta, le fatture relative ai lavori venivano presentate solo successivamente all’insediamento della commissione d’accesso». L’amministrazione, inoltre, non avrebbe effettuato «alcuna verifica antimafia sulle imprese impiegate per i lavori del palazzetto». Su queste circostanze, precisano i giudici, «la parte ricorrente non prende minimamente posizione, risultando tali dati, pertanto, pacifici: globalmente osservata la vicenda, appare chiaro come il sostegno elettorale sia stato ricambiato con la gestione poco efficace del palazzetto dello sport, affidato a soggetto vicino alla criminalità organizzata». (f.benincasa@corrierecal.it)



Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

.

L'offerta informativa del Corriere della Calabria rimarrà gratuita

Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.

La tua è una donazione che farà notizia. Grazie

Il campo è obbligatiorio!
Il campo è obbligatiorio!

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012--2025. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x