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Da Africo alla conquista del mondo. La biografia ragionata di Rocco Morabito “U Tamunga”

Nell’ultimo libro inchiesta di Antonio Talia, il narcotraffico globale calabrese

Pubblicato il: 26/02/2025 – 10:20
di Paride Leporace
Da Africo alla conquista del mondo. La biografia ragionata di Rocco Morabito “U Tamunga”

Non vi lasciate ingannare dal titolo “Duello. Caccia globale al boss dei narcos calabresi”. L’ultimo libro di Antonio Talia non è soltanto la cronaca biografica di uno dei re del narcotraffico ndranghetista globale, ovvero Rocco Morabito detto “’U Tamunga”, da Africo alla conquista del mondo, ma come ben sottolinea il sottotitolo anche la storia di “Trent’anni di potere criminale tra Mediterraneo, Sudamerica ed Europa fino ad oggi”.
Talia, di cui avevamo già̀ molto apprezzato il suo primo libro “Statale 106”, sorta di on the road sentimentale e criminale della ‘ndrangheta della Locride tradotto in ben 4 lingue, assomma al meglio due capacità in questo nuovo lavoro. Egli è, infatti, giornalista d’inchiesta che da tre lustri si occupa di criminalità transnazionale.
Corrispondente da Pechino ha ficcato il naso e setacciato fonti sulle scommesse molto sporche di Singapore e diversi fattacci asiatici, free lance di diverse testate nazionali ha spesso sviscerato intrighi internazionali delle ‘ndrine calabresi. L’altro pilone narrativo contestuale è dato dal fatto che Antonio Talia proviene dalla stessa zona di Morabito ed ha lo stesso cognome della moglie di Giuseppe Morabito “il Tiradritto”, e su questo aspetto l’autore aggiunge «che potrebbe essere o non essere la figlia di qualche fratello o di qualche cugino di mio bisnonno Bartolo, rimasto nella vecchia Africo prima della torrenziale alluvione del 1951».

Sembra quindi di vedere lo schema narrativo di Novecento di Bertolucci con le vite parallele di Olmo il contadino e Alfredo il proprietario terriero ma nel “Duello” non c’è amicizia comune tra i due. C’è lo scrittore che grazie al bisnonno vede i suoi congiunti trasmigrare a Motticella dove impiantano attività agricole e pastorizie mentre i Morabito travolti dall’alluvione faranno parte degli esodati di Africo Nuovo che tanta epica e cronaca di anime nere ha prodotto.
Il libro, quindi, contiene il punto di vista di due differenti famiglie: i Talia professionisti di provincia che subiscono gli incendi delle piante di bergamotto e il casato dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti che controllano società in tutto il mondo e si alleano con i narcotrafficanti di ogni continente.
Tali conoscenze e appartenenze dell’autore permettono di mettere in ordine narrativo contestuale non solo la biografia di “Tamunga” ma anche l’ascesa e il potere del Tiradritto, la morte del figlio causata da una sparatoria tra carabinieri e poliziotti nella migliore ricostruzione che io abbia mai letto, la rivolta di Locri a seguito della morte di un giovane investito dalla scorta di un giovane magistrato.  L’infiltrazione della cosca con omicidi e bombe nell’Università di Messina, il diplomificio del sacerdote Don Stilo da Africo indagato per anni e prosciolto dal giudice Carnevale con una delle sue celebri sentenze garantiste in Cassazione. A questo aggiungete la spericolata vita di “Tamunga” Morabito studente universitario a Messina che diventa stretto sodale del giordano Waled Issa Khamasis sorta di Virgilio nelle rotte armate del narcotraffico mediorientale, padrino della coca a Milano, boss dei due mondi in Brasile e Uruguay compresa la clamorosa evasione dal carcere di Montevideo.
Il libro è anche la storia dei calabresi buoni. Il magistrato Giovanni Bombardieri e la poliziotta Maurizia Quattrone che guidano la squadra che assicurerà Morabito alle patrie galere italiane dove oggi si trova.
Leggendo il libro documentato e dalla prosa piana ma fortemente realista come in un romanzo di Le Carré scoprirete mitologie e metodologie dei cartelli di Calì, delle propaggini irlandesi criminali, delle sale di tortura della mafia olandese, del nipote di Tiradritto, un medico proprietario di una società del Nevada con sede in Florida quotata al Nasdaq.
La storia criminale di Morabito Tamunga ci racconta l’infiltrazione criminale nel capitalismo globale. La storia di una Calabria adattata a non sapersi guardare attorno a quello che si muove attorno a Picco Scaparrone, mille metri di impenetrabile Aspromonte dove i cellulari Encrocat o gli AN0M difficili da intercettare comunicano con Bogotà o con Lisbona.  Con la possibile opzione delle quarte generazioni di narco-dinastie che potremmo raccontare a breve come “capitani d’impresa, statisti o salvatori di interi mercati” che potrebbero trasformare in Narcostati molte nazione europee. (redazione@corrierecal.it)

Antonio Talia, “Duello. Caccia globale ai boss dei narcos calabresi.” Fuoriscena. 

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