CATANZARO Il prossimo Consiglio regionale – si attende la convocazione a giorni – non sarà un Consiglio regionale di routine. Anche se – come si dirà in seguito – i numeri sono in bilico, la seduta infatti potrebbe segnare un’altra tappa significativa della stagione delle riforme avviata in questa legislatura a guida centrodestra con la presidenza di Roberto Occhiuto, una tappa che riprende il percorso avviato nel 2022: riforme che hanno già cambiato l’architettura della Regione in quello che viene comunemente definito il “sottogoverno”, con la creazione di nuovi soggetti – aziende, agenzie, Authority – o con l’implementazione di alcune società particolarmente strategiche tra cui si possono annoverare Fincalabra, Sacal e Sorical. All’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale due proposte di legge che istituiscono rispettivamente la “ReDigit Spa”, società per il digitale (Pdl di paternità di Fratelli d’Italia), e la “Arec” agenzia regionale per l’energia (Pdl promossa da Azione). Si tratta di due nuovi enti in house, enti strumentali della Regione: sul piano politico il passaggio è complesso perché – trattandosi della creazione di nuovi enti – in Consiglio regionale quel giorno servirà la maggioranza qualificata dei 2/3, quindi la presenza di tutti i consiglieri regionali di maggioranza (“aiutini” dall’opposizione sono sempre possibili e sono pure previsti ma non sarebbe la stessa cosa sul piano politico), e già a novembre la cosa non si è avverata e anche stavolta il rischio c’è perché basta una assenza a far saltare i numeri. Ma questo lo si potrà capire solo in aula.
Ma al di là dei numeri e del piano prettamente politico, resta da rimarcare l’aspetto di un’azione tesa a riformare ancora di più la macchina regionale: del resto, la “ReDidigit” sarà chiamata a «supportare il sistema regionale nel garantire un approccio sinergico agli investimenti nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, continuando – e accelerando ulteriormente – il percorso già intrapreso dalla Regione», l’Agenzia per l’energia sarà un nuovo ente tecnico-operativo e strumentale della Regione in un settore strategico, soprattutto in prospettiva futura. “ReDigit” e “Arec” andrebbero così ad aggiungersi agli enti strumentali che già fanno parte della galassia, e del portafoglio, della Regione, enti vocati a migliorare l’azione della Cittadella e a perseguire gli interessi pubblici dell’amministrazione, con logiche più dirette ed efficaci – alcuni infatti sono enti pubblici economici, quindi aperti al mercato – rispetto a quelle – giocoforza più lente – che possono avere le strutture dipartimentali della Cittadella.
Di questa galassia fanno parte l’Arsac (Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese), l’Arcea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), l’Aterp (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale), l’Arpal (Agenzia regionale per le Politiche Attive del Lavoro), l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria), l’Ente per i Parchi marini regionali, Calabria Verde (per la quale da tempo si parla di una trasformazione in ente pubblico economico). Per tutti loro l’obiettivo della Giunta regionale – indicato nell’ultimo Defr – è quello «di conseguire un effettivo incremento del cosiddetto “valore pubblico”, quest’ultimo inteso quale impatto generato dalle politiche degli enti strumentali regionali sul livello di benessere della comunità amministrata». Ma “ReDigit” e “Arec” andrebbero ad aggiungersi anche alle “creature” di questa legislatura regionale, come l’Arsai, l’Agenzia regionale per le arre industriali e l’attrazione degli investimenti, e il Consorzio (unico) di bonifica: la prima – sempre dal Defr – è chiamata a «svolgere adeguate attività volte a promuovere le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività imprenditoriali con particolare riferimento alle aree di sviluppo industriale», il secondo riveste «un ruolo strategico nel garantire la disponibilità della risorsa idrica per il soddisfacimento del fabbisogno in agricoltura, ma anche per finalità turistiche o paesaggistiche». (a. cant.)
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