RENDE Nomi nessuno, per adesso l’unica cosa certa è che Fratelli d’Italia chiede anche a Rende «più peso» all’interno della coalizione mentre predica il mantra «uniti ovunque». Se il centrosinistra piange il centrodestra non ride, eppure dall’ultimo weekend iniziano a delinearsi quanto meno i giocatori in campo nello schieramento: il tavolo “nazionale” tenuto venerdì in gran segreto nella sede del coordinamento provinciale di FdI – con i meloniani di Angelo Brutto erano presenti Katya Gentile per la Lega Salvini e Gianluca Gallo per Forza Italia ma anche Noi Moderati, che proprio su Rende avevano lanciato l’ipotesi Francesco Corina molto attivo nel No alla città unica – si è visto bene dall’indicare un nome ma, proprio sulla sfida di oltre-Campagnano, ha ribadito la volontà di «essere presenti con i simboli». La scelta è sostanziale oltre che formale, dal momento che da un lato impone il superamento del civismo e dall’altro canalizza la scelta su «un profilo elevato – riferisce un militante di primo piano del centrodestra cosentino – che permetta di tornare a fare politica dopo un commissariamento di dieci anni. Per intenderci – sorride – non ci sarà un altro Manna. Di certo l’unità della coalizione è un valore che abbiamo l’obbligo di perseguire o almeno tentare, tanto a Rende quanto a Cassano e nei tre centri al voto sul Tirreno».
Sul fronte opposto, lo stallo è dovuto secondo alcuni al mancato “scioglimento della riserva” da parte di Sandro Principe, per adesso sostenuto da Azione e Italia del Meridione e candidato dal Psdi oltre che dal Laboratorio politico di idee “Carlo Rosselli”: sulla decisione dell’ex sindaco socialista potrebbe pesare anche la sentenza di Rimborsopoli prevista per il mese di marzo.
Per il resto in quell’area prevale il tatticismo, mentre a stretto giro dovrebbero tornare a incontrarsi le varie associazioni (AttivaRende, InnovaRende, riformisti) e il fronte progressista composto dal Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e Rifondazione. Da definire il ruolo del Pd, a più riprese pungolato dal centrosinistra stesso ma che continua ad ammettere di non essere «autosufficiente» quindi di sondare diverse alleanze – Laboratorio Civico compreso. A proposito di civismo resta invece sospesa la (auto)candidatura di Pierpaolo Iantorno, una delle figure di spicco del Comitato per il No alla città unica imploso dopo il referendum che ha bocciato la fusione. (euf)
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