REGGIO CALABRI L’inchiesta “Crypto”, condotta sulla base delle indagini svolte dalla Guardia di finanza aveva portato all’arresto di 43 persone coinvolte in un presunto traffico internazionale di droga gestito dalla cosca di ‘ndrangheta Cacciola-Certo-Pronestì di Rosarno lungo la tratta Cosenza-Reggio Calabria. Secondo l’impianto accusatorio al vertice della gang, in provincia di Cosenza, ci sarebbero stati Francesco Suriano e Roberto Porcaro (difeso dagli avvocati Mario Scarpelli e Cesare Badolato) considerato, nella inchiesta Reset, boss reggente di Cosenza durante la carcerazione del “capo” Francesco Patitucci.
Ieri, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso la sentenza nei confronti degli imputati, l’accusa in aula è stata sostenuta da Vincenzo Luberto. All’esito della lettura del dispositivo, sono state diverse le pene rimodulate. Giuseppe Cacciola, tra i principali protagonisti del blitz, si è visto ridurre la pena da 20 anni a poco più di 8 anni. Roberto Porcaro è passato dai 20 anni ricevuti in primo grado a 15 anni, stessa sorte per Francesco Suriano, per lui condanna a 20 anni in primo grado rideterminata è scesa a 14 anni in secondo grado. E’ inoltre caduta l’aggravante della transnazionalità.
L’inchiesta “Crypto” ha preso le mosse dall’operazione “Gerry” che, nel 2017, consentì di sgominare un’organizzazione composta da elementi di vertice delle cosche Mole’-Piromalli di Gioia Tauro e Pesce-Bellocco di Rosarno. Sviluppando quell’attività investigativa la Dda reggina, diretta dall’allora procuratore Giovanni Bombardieri, è risalita a una consorteria criminale transnazionale capace di importare ingenti quantitativi di cocaina dal nord Europa e dalla Spagna e di piazzarla in Italia e all’estero.
L’organizzazione di presunti trafficanti di droga avrebbe avuto a disposizione anche una flotta di automezzi anche pesanti per fare giungere a destinazione lo stupefacente. Le persone coinvolte nell’operazione avrebbero potuto contare, inoltre, sull’utilizzo di schede telefoniche tedesche e sulla possibilità di recuperare e modificare ad hoc auto dotate di doppi fondi in modo da renderle “impermeabili” ai controlli. (f.benincasa@corrierecal.it)
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