Stringere ulteriormente le maglie sui reati legati alla violenza di genere: è questo l’obiettivo di un disegno di legge che dovrebbe essere presentato oggi venerdì in Consiglio dei ministri, alla vigilia dell’8 marzo, giornata internazionale della donna.
Il provvedimento, a quanto si apprende, prevederebbe un aumento delle comunicazioni alle parti offese e il rafforzamento degli elementi di carattere repressivo.
In un primo momento si era appreso che il Cdm avrebbe potuto dare l’ok al “testo unico sulla violenza di genere”. Del resto, alcuni ministri avevano annunciato lo scorso 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che entro l’8 marzo sarebbe stato presentato, grazie all’istituzione di un tavolo ad hoc e ispirato dai lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio.
Proprio la presidente della Commissione, Martina Semenzato, oggi ha spiegato che attualmente “c’è un Comitato tecnico che sta ponderando il processo narrativo di queste norme. Appena il testo unico ha trovato la sua genesi normativa, l’idea della Commissione è di essere promotori del testo illustrato per le scuole”. Ma i lavori che prevedono un testo compilativo su tutti provvedimenti adottati sia sul versante penale, sia su quello dell’empowerment femminile non sarebbero stati ultimati. Da qui l’esigenza di presentare in occasione dell’8 marzo un provvedimento simbolo che conferma l’impegno del governo nella lotta contro i femminicidi e contro la violenza di genere.
L’ultima stretta era arrivata con l’approvazione di della legge Roccella, Nordio e Valditara con cui erano già state rafforzate le misure cautelari: il braccialetto elettronico, il distanziamento fissato a 500 metri e non solo dall’abitazione della vittima ma anche nei luoghi che abitualmente frequenta, l’ammonimento e previsto l’arresto in flagranza differita con la produzione di video e foto. Un provvedimento che si è posto l’obiettivo di ridurre i tempi di tutte le fasi dei procedimenti, viste anche alcune condanne da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Sono infatti previsti 30 giorni per il pubblico ministero per poter valutare il rischio e decidere la necessità delle misure cautelari, e dall’altra parte 30 giorni perché il giudice possa poi metterle in atto. Inoltre la vittima, o gli eredi, in stato di bisogno possono chiedere una provvisionale sulla liquidazione definitiva dell’indennizzo proprio per consentire a chi è stato offeso di non dover attendere la fine dell’iter giudiziario.
Nelle prossime ore si prevede un nuovo inasprimento, che sarà contenuto nel disegno di legge presentato presumibilmente in una conferenza stampa dopo il Cdm e a cui potrebbero partecipare anche i ministri coinvolti nel provvedimento, Eugenia Roccella e Carlo Nordio.
Il documento nasce infatti dalla collaborazione dei due dicasteri e dai rispettivi osservatori sul fenomeno, che negli ultimi mesi hanno lavorato coinvolgendo gli uffici giudiziari e gli esperti sul tema, analizzando i dati per proporre soluzioni tecniche e interventi legislativi adeguati alle nuove drammatiche cifre. Nuove norme che partono anche dell’esperienza maturata dopo l’introduzione del codice rosso rafforzato.
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