La festa delle donne è, come tante altre ricorrenze, una sorta di sovrastruttura. Varrebbe lo stesso per quella del papà, della mamma, dei nonni e per un calendario civile che pur essendo meritorio rischia di cadere nella retorica. C’è chi ne fa una sorta di replica della giornata contro le violenze, c’è chi ne approfitta per riproporre questioni sociali più complesse. Ci sono tante donne che, anche in Calabria, hanno raggiunto importanti risultati in politica (da Wanda Ferro a Simona Loizzo, da Enza Bruno Bossio ad Anna Laura Orrico solo per citarne alcune), altre nella professione, nelle istituzioni o più semplicemente nella loro dimensione familiare. Ed è stato giusto correggere il maschilismo politico con una legge che garantisse la presenza di genere nelle istituzioni. Seppure le donne della prima Repubblica siano state poche e non abbiamo ancora avuto una presidenza della Repubblica al femminile, il loro prestigio è stato notevole. Penso a Nilde Jotti, ad Emma Bonino, a Tina Anselmi. Oggi c’è una premier donna, c’è la leader dell’opposizione che è donna, e sono segnali importanti. Costruire una comunità paritaria richiede sforzi che vadano al di là delle ricorrenze. Senza fermarsi alle celebrazioni ma andando oltre.
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