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un turismo possibile?

Un centro storico sorprendente, ma i tour operator saltano Cosenza

Le guide turistiche lo amano, lo conoscono a fondo, sognano il risveglio, Quest’anno tocca alla Calabria. Cresce il turismo di coppia

Pubblicato il: 09/03/2025 – 15:01
di Concetta Guido
Un centro storico sorprendente, ma i tour operator saltano Cosenza

COSENZA Nei loro occhi zampilla la passione, quando parlano della Cosenza predestinata al bello. Della ricchezza storica e archeologica. Delle testimonianze visibili, anche nella decadenza. Della sorpresa che leggono sui volti dei visitatori. Le guide turistiche sono i narratori di un’eredità inestimabile, ma la città, dicono, fa fatica ad entrare nei circuiti dei tour operator.
«Questo è il momento della Calabria e della Basilicata. La nostra regione, in particolare, è protagonista di tante trasmissioni televisive e chi non la conosceva o ne aveva un’idea superficiale si è incuriosito». Paola Morano lavora sul campo da diciotto anni. È una freelance, anche storica dell’arte ed è tra i venticinque operatori professionisti che aderiscono all’associazione “Itinero”, con sede a Vibo Valentia. «La Calabria è finalmente considerata una meta e non un territorio di transito verso la Sicilia».

«Adesso tocca a noi, se siamo pronti e sappiamo accogliere le persone vinciamo una battaglia, altrimenti perdiamo un’opportunità». Collabora con grossi tour operator e vive l’amarezza di dover insistere per inserire Cosenza, la sua città, nell’itinerario dei luoghi più gettonati. Tra Gerace, Stilo, Scilla, Reggio Calabria, Tropea.
Più di duemila anni fa Augusto fece costruire, in questa periferia, due edifici termali: uno a Palazzo Spadafora, l’altro a Palazzo Sersale. È stranoto che lo stupor mundi le destinò una delle sette fiere del suo regno e che fece risplendere il castello normanno imprimendogli l’impronta architettonica federiciana.
Pur essendo censita città d’arte, resta la tappa di poche ore di gruppi con altre destinazioni. E non riesce a oltrepassare la cortina del viaggiatore fai da te, che sinceramente ci auguriamo continui a esserci, insieme a un nuovo turismo, perché motivato, colto e non invasivo. Chi arriva, spiega ancora Morano, dovrebbe trovare le mappe, un ufficio informazioni, avere la possibilità di prenotare una guida. «Il centro storico, inoltre, ha una scarsa raggiungibilità, inoltre non c’è un parcheggio bus per far scendere i turisti; bisognerebbe pensare a itinerari con indicazioni precise, guidati da sistemi innovativi».
Si contano cinque musei dislocati nei rioni storici. Oltre alla Galleria nazionale di Palazzo Arnone, al Museo archeologico dei Brettii e degli Enotri e a quello Diocesano, c’è l’unico Museo del Fumetto del Sud, che con il suo festival ha conquistato un ruolo nazionale. Poi c’è da visitare il Museo storico all’aperto, ideato da Franco Felicetti, che dissemina nei vicoli venticinque pannelli pittorici. Dipinti da artisti internazionali, narrano le epoche e le dominazioni. Cosenza, città di confluenze e di contaminazioni, con i Normanni, gli Svevi, gli Angioni, gli Aragonesi.
«Ognuno dovrebbe fare la sua parte. Noi operatori non possiamo affidarci totalmente agli enti pubblici. Non vogliamo denari, ma che la città sia presentabile, perché il passaparola è lo strumento migliore di marketing».
William Gatto è guida turistica e cantastorie. Presiede il Parco tematico dedicato a Tommaso Campanella, il filosofo della “Città del sole”, l’Utopia nata in Calabria contro la tirannide, nel sapere e nell’amore.

William Gatto

«Monitorare il flusso turistico non è semplice. A me si rivolgono i gruppi organizzati che arrivano prevalentemente dal nord, restano in Calabria una settimana ma non pernottano a Cosenza. Si fermano al massimo una giornata, – spiega il cantastorie che incanta, – e io riesco, a cavallo di poche ore, a far visitare sia il centro storico, sia la parte nuova con l’isola pedonale di Corso Mazzini e il Mab. Per parlare di un turismo regolare e costante, necessita che Cosenza diventi una destinazione, che i turisti si fermino in città».
Eppure il portale tedesco “Holidu” colloca Cosenza al settimo posto di una graduatoria di venti mete culturali europee. Una sorpresa.
La riscossa dei B&B, sempre più numerosi? La piattaforma dedicata agli ultimi bandi regionali, con una disponibilità di 53 milioni di euro, per migliorare o aprire strutture di accoglienza turistica, è collassata proprio nel giorno della scadenza. Troppe domande.
Chissà quanti nuovi b&b apriranno nel centro storico cosentino!
Il privato, sono tutti d’accordo, gioca un ruolo fondamentale. «Occorre avere una visione di come rilanciare a livello turistico il centro storico. Una visione imprenditoriale, – dice la guida e storica dell’arte, – che non significa sfruttarlo, ma inserirlo in un meccanismo in cui economia, progresso e cultura si intrecciano».
«Dovrebbe essere il cosentino stesso, – aggiunge Paola Morano, – a capire il valore storico e artistico che ha questa zona della città». E il coltello è girato nella piaga giusta.

«Penso ai frammenti di opus reticolatum (una tecnica edilizia Romana n.d.r.) rinvenuti in alcune zone del centro storico, alla Cosenza sommersa degli edifici termali costruiti all’epoca di Augusto. Se il cittadino avesse contezza di questo patrimonio, non userebbe i reperti murari come toilette per i bisogni del proprio cane». Basterebbe poco, al momento, per risolvere piccoli problemi che rendono un percorso a ostacoli i tour turistici di questa stagione.
William Gatto, con il suo mantello, il suo cappello a cilindro, è il Virgilio di un viaggio pieno di emozioni, di una Cosenza che non ti aspetti. L’anno prossimo festeggerà le nozze d’argento con la sua professione. Guai a portare i turisti in alcuni vicoli. «Manca la pulizia. Anche su Corso Telesio, soprattutto in alcune fasce orarie, rischi di trovare spazzatura. Se ad accogliere è una città pulita e noi siamo bravi a fare il nostro lavoro, la gente torna». Per quanto riguarda il futuro, dice, bisogna programmare a lunga scadenza. «Iniziare un discorso a ciclo, per quartiere. Forse occorreranno molti decenni per risanare tutto, ma ci sarebbero grandissimi risultati».
Oggi sul podio c’è il turismo di coppia. È la sensazione che ha William Gatto. E questo spiegherebbe anche la scalata nella classifica del portale Holidu. Arrivano, pernottano un week end, si calano nella magia dei luoghi e dei tanti micro eventi artistici, assaporano cibo e vino e vanno via. Pionieri di un turismo possibile? «Evviva l’amore», diciamo con il cantastorie.

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