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Gli studi sul vino danno altri risultati. Decisioni della UE incidono sulla economia calabrese

«La dieta mediterranea in cui è presente un limitato consumo di vino, protegge da infarto del miocardio»

Pubblicato il: 10/03/2025 – 17:17
di Gerardo Mancuso
Gli studi sul vino danno altri risultati. Decisioni della UE incidono sulla economia calabrese

CATANZARO «Recentemente la Direzione Generale Salute della Comunità Europea, spinta dai Paesi del Nord Europa, ha redatto un documento di lavoro sul “Beating cancer plan” rivolto alle bevande alcoliche, che colpisce soprattutto il vino, con l’obbligo di etichette da apporre sulle bottiglie con avvertenze del danno alla salute. Inoltre si inasprirebbero le misure per una riduzione del consumo attraverso la regolamentazione della pubblicità e la maggiore tassazione. Il documento nasce dall’evidenza del rapporto fra alcol cirrosi epatica, tumori e malattie cardiovascolari. Il consumo di alcol è direttamente legato all’aumento di queste patologie. In Irlanda il 15% della popolazione è affetto da patologie epatiche ed il consumo di alcol è elevato e la cirrosi epatica e una delle principali malattie causa di morte.
Tuttavia nell’affermare un principio, si ignora che il rapporto fra consumo di vino e malattie è direttamente legato alla quantità di alcol consumato quotidianamente. I dati scientifici disponibili non sono concordarti con la Commissione Europea nell’associare genericamente le bevande alcoliche ad effetti catastrofici sulla salute ed in particolare al cancro. Alcune informazioni fornite da organismi internazionali (es. World Cancer Research Fund International) rilevano sì una relazione tra assunzione di alcol e tumori, ma che questo rapporto segue una curva J, cioè dove a piccole quantità corrisponde un effetto protettivo mentre a modeste ed alte dosi è dannoso. 
Si resta quindi stupiti dalle affermazioni categoriche sul consumo di alcolici e la sua associazione con il cancro o malattie cardiovascolari, senza indicarne l’aggettivo quantità. Nessuno va oltre questa affermazione, specificare che il rischio appare elevato per i moderati e grandi bevitori mentre l’uso esiguo di vino potrebbe addirittura proteggere sarebbe un imperativo. Molti studi scientifici sostengono i benefici di piccole quantità di vino. Il più noto studio, dal nome Seven Countries Study, che ha avuto una tappa calabrese a Nicotera con ricercatori Statunitensi, ha fatto vedere come la dieta mediterranea in cui è presente un limitato consumo di vino, protegge da infarto del miocardio. Una recente ricerca USA pubblicata su BMC Medicina nel 2023, effettuata su circa un milione di persone evidenzia come “Il consumo di alcol poco frequente è stato inversamente associato alla mortalità per tutte le cause, malattie cardiovascolari, malattie croniche delle basse vie respiratorie, morbo di Alzheimer, influenza e polmonite. Il consumo di alcol leggero potrebbe inoltre avere un effetto benefico sulla mortalità per diabete mellito e nefrite, sindrome nefrosica o nefrosi. E’ del tutto chiaro che il consumo eccessivo ha comportato un rischio elevato di mortalità per tutte le cause, cancro e incidenti.
Sembra proprio di assistere ad una semplificazione scientifica che va oltre la competenza, dove le iniziative anche parlamentari sono affidate ad una mera decisione di opportuntà. Il consumo di alcol dei paesi del Nord Europa è chiaramente eccessivo, la media Italiana è di 11 litri anno pro-capite contro i 120 litri dell’Irlanda. Mi sembra opportuno sottolineare che un normale e corretto atteggiamento scientifico non sia più di moda perché sopravanzato da affermazioni categoriche volte a riscuotere ampi consensi ed interessi.
Il risvolto commerciale di tali decisioni è del tutto palese e colpirebbe anche la nostra Regione, dove esiste una realtà vitivinicola molto diffusa che rappresenta una fonte di reddito fondamentale per centinaia di Aziende e che da lavoro a migliaia di famiglie.
Difendiamo la nostra Dieta Mediterranea, i nostri prodotti ed il nostro vino, ed esportiamo la cultura del mangiare sano, che ci ha visti protagonisti in tutto il mondo negli anni 60, tanto che il noto quotidiano statunitense USA TODAY nel 1961 dedico’ una intera pagina alla dieta calabrese “Light meal in Southem Italy” citando anche il consumo di piccole quantità di vino».

*Alleanza per le Malattie Cardiovascolari del Ministero della Salute

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