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LA FIGURA

La ‘ndrangheta, i sequestri, Duisburg e la cattura di “U Tiradrittu”: la parabola del «superpoliziotto» Gallo

Prima l’Antiterrorismo della Digos, poi la specializzazione nel contrasto alle ‘ndrine a Locri e la Squadra Mobile a Milano. Fino al caso “Equalize”

Pubblicato il: 10/03/2025 – 15:49
di Giorgio Curcio
La ‘ndrangheta, i sequestri, Duisburg e la cattura di “U Tiradrittu”: la parabola del «superpoliziotto» Gallo

LAMEZIA TERME «Ho sempre lavorato per le istituzioni». È forse l’ultima frase, sicuramente la più simbolica, lasciata in eredità da Carmine Gallo, l’ex superpoliziotto morto ieri mentre si trovava ristretto agli arresti domiciliari. Stroncato da un infarto, ma sarà l’autopsia a fugare ogni dubbio. Gallo si è spento così, a pochissimi giorni dal Riesame dopo il ricorso della procura di Milano che per lui aveva invece chiesto il carcere, non concesso lo scorso ottobre dal gip. Carmine Gallo, infatti, era coinvolto nell’inchiesta della Procura milanese sulla “Equalize srl” quel “mondo sommerso” di informazioni, dossier, profili e documenti di ogni tipo, sottratti – secondo l’accusa – in modo abusivo dal gruppo dedito al commercio di servizi di investigazione privata capeggiato proprio dall’ex Ispettore di Polizia. La Dda di Milano, nelle figure dei pm Francesco De Tommasi e Gianluca Prisco, era convinta di aver scoperto un’organizzazione di persone e mezzi attiva – in modo professionale – nel commercio di servizi di investigazione privata, attuando però «condotte illecite di accesso abusivo a sistemi informatici in uso al Ministero dell’Interno e alle Forze dell’ordine» di fatto inaccessibili ai privati perché protetti da misure di sicurezza e relativi all’ordine pubblico e alla sicurezza pubblica.  

Il profilo dell’ex superpoliziotto

Figura centrale dell’inchiesta, quella di Carmine Gallo, classe ’58. La parabola di un uomo che ha vissuto, professionalmente, una vita intensa, quasi da romanzo, racchiusa in un curriculum di assoluto spessore, da vero uomo di Stato e delle istituzioni. Prima l’Antiterrorismo della Digos di Milano, poi la specializzazione nel contrasto alla ‘ndrangheta calabrese a Locri nel Gruppo operativo antisequestri e poi di nuovo a Milano. È un’epoca drammatica per il Paese, la stagione dei rapimenti che proprio Gallo vive da molto vicino. Da Cesare Casella a all’imprenditrice Alessandra Sgarella. Il primo sequestrato a Pavia il 18 gennaio 1988 e rilasciato il 30 gennaio 1990 dopo due anni di prigionia in Aspromonte, la seconda rapita l’11 dicembre 1997 e portata prima a Buccinasco, poi in Calabria, e infine liberata dopo 266 giorni in mano ai sequestratori. Il passaggio alla Squadra Mobile di Milano consente a Gallo di toccare con mano la penetrazione della ‘ndrangheta calabrese nel capoluogo lombardo.

Duisburg, “U Tiradrittu” e “Gambazza”

La figura emersa dall’inchiesta della Dda è in forte contrapposizione con la reputazione guadagnata da Gallo «sul campo» nel corso della sua lunghissima e faticosa carriera e se si guarda in controluce, soprattutto, il suo impegno profuso nella lotta alla ‘ndrangheta calabrese, diventando di fatto un “referente” per tutte le istituzioni al Nord (NE ABBIAMO SCRITTO QUI) Nel lunghissimo curriculum del poliziotto campano c’è, ad esempio, anche il ruolo di referente italiano per la polizia tedesca che il 15 agosto del 2007 ha scoperto il terrorismo dei clan di ‘ndrangheta con la sanguinosa e terribile strage di Duisburg.
Gallo fu Il primo ad arrivare fu Giuseppe Morabito noto come “U Tiradrittu”, espressione delle cosche di Africo. Poi Antonio Pelle “Gambazza”, boss di San Luca morto nel 2009. Per ultimo giunse ad Antonio Papaliaboss di Platì, referente al nord della mafia calabrese e padrone di casa. «Non si era mai verificata una cosa del genere, un summit storico – raccontò Gallo sentito come testimone al processo sulla cosca Morabito e come riportato dal Fatto Quotidiano – abbiamo visto tre personaggi principali delle tre maggiori organizzazioni criminali operanti in Calabria e in Lombardia, credo che sia una cosa che mai più si è verificata».

famiglia romeo 'ndrangheta Carmine Gallo

L’Equalize e il “mega archivio”

Nel corso dell’indagine, coordinata dalla Dda di Milano, la pg effettua una prima grande scoperta, durante un accesso effettuato all’inizio dell’attività investigativa all’interno degli uffici di via Pattari 6, a pochi passi dal centro di Milano, indirizzo in cui i soci della “Equalize srl” hanno i loro uffici e la sede dei loro affari. Quello che si trovano davanti è un vero e proprio “archivio di Polizia”, fatto da centinaia di documenti riservati, atti di polizia giudiziaria, ma anche verbali di collaboratori di giustizia, schede d’indagine sui principali gruppi criminali e schede di dattiloscopia. In particolare, all’interno di un mobiletto, la pg individua alcune schede di foto segnaletiche e modulari contenenti mappe delle principali famiglie di ‘ndrangheta. (NE ABBIAMO SCRITTO QUI)  Ma non è tutto. Gli agenti, infatti, trovano anche un registro delle anagrafi dei gruppi di ‘ndrangheta calabrese: i Pizzata, i Romeo, gli Strangio. E poi Vottari, Strangio, Nirta e Mammoliti, insomma: nomi e cognomi delle principali ‘ndrine e tra i protagonisti assoluti degli scenari criminali degli ultimi decenni. Le intenzioni del superpoliziotto erano quelle, un giorno, di lasciare il suo “patrimonio” – enorme – all’organizzazione, sebbene Calamucci avesse confermato che «la loro associazione fosse anche in possesso di una mole elevatissima di dati SDI» di esfiltrazione abusiva, da banche dati strategiche nazionali, di informazioni riservate e protette, «per un totale di più di 350.000».

L’autopsia

Sul corpo di Carmine Gallo è stata disposta l’autopsia, fissata per mercoledì prossimo, utile ad allontanare anche i sospetti – già smontati dai Carabinieri – su presunte trame oscure che hanno portato alla morte dell’ex superpoliziotto. L’esame autoptico, che si terrà all’Istituto di Medicina Legale di Milano, comprenderà anche accertamenti tossicologici. Come scrive oggi il Corriere della Sera, «rimane il mistero e il fascino della suggestione che accompagna sempre le trame più oscure del nostro Paese». (g.curcio@corrierecal.it)

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