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Dai “grandi” Comuni al “caso” (nazionale) San Luca: la “mappa” delle Amministrative in Calabria

Attesa la decisione del governo sulla data (primo turno probabilmente il 25-26 maggio). I Comuni al voto sono 19, ballottaggio possibile solo in 4

Pubblicato il: 12/03/2025 – 14:38
Dai “grandi” Comuni al “caso” (nazionale) San Luca: la “mappa” delle Amministrative in Calabria

LAMEZIA TERME C’è attesa nel mondo politico anche calabrese per la prossima seduta del Consiglio dei ministri, perché in quella seduta dovrebbe essere ufficializzata la data delle elezioni amministrative in programma in numerosi Comuni italiani nei prossimi mesi. Al momento – secondo quanto trapela dalle segreterie dei partiti, soprattutto di quelli della maggioranza di centrodestra – l’ipotesi più accreditata è quella del voto il 25-26 maggio, con il ballottaggio per i Comuni sopra i 15mila abitanti l’8-9 giugno. In Calabria sono 19 i comuni che voteranno per l’elezione del sindaco e il rinnovo dei Consigli comunali. Quattro sono sopra i 15mila abitanti con l’eventuale turno di ballottaggio: Lamezia Terme, Cassano, Rende e Isola Capo Rizzuto. Gli altri Comuni calabresi al voto sono Cropani, Jacurso, Maida, Petronà (Catanzaro), Cetraro, Paola, Scalea (Cosenza), Casabona, Melissa (Crotone), Marina di Gioiosa Jonica, Melito Porto Salvo, San Lorenzo, San Luca, Scilla (Reggio Calabria) e Spadola (Vibo). Sul piano politico, ovviamente, tengono banco soprattutto i Comuni sopra i 15mila abitanti, e soprattutto Lamezia Terme e Rende, nei quali la sfida tra centrodestra e centrosinistra ha risvolti anche sovracomunali, e poi il fatto che si voterà in tre centri nevralgici del Tirreno cosentino, come Paola, Cetraro e Scalea, tutti alle urne anticipatamente rispetto alla scadenza naturale.

Il “caso” San Luca

Altro profilo di interesse per quanto riguarda le Amministrative in Calabria è il fatto che con la prossima tornata ci saranno le elezioni in alcuni Comuni che arrivano da uno scioglimento per infiltrazioni della ‘ndrangheta come San Luca in Aspromonte e Scilla. Caso di specie, e “caso” nazionale è soprattutto San Luca, il comune dell’Aspromonte nel quale da una ventina di anni, salve sparutissime eccezioni, non si riesce a votare tra scioglimenti per infiltrazioni della ndrangheta e paura di scioglimenti per infiltrazioni della ndrangheta. Di San Luca, sul quale comunque grava l’ombra di un altro possibile scioglimento, si è occupato la Commissione bicamerale Antimafia che ha approvato la relazione conclusiva sulla missione a giugno proponendo di mettere a disposizione un parlamentare come possibile candidato sindaco.  Inoltre, per come annunciato nei giorni scorsi, anche il massmediologo Klaus Davi, già candidato a sindaco di San Luca nel 2019, è pronto a ricandidarsi nel caso in cui il comune – sul quale pende ancora il giudizio della commissione d’accesso – non sarà sciolto.

Il “caso Scilla”

Fari puntati anche su Scilla, importante centro sul Tirreno reggino, anche alla luce delle vicissitudini che hanno riguardato l’amministrazione comunale. In queste ore sta facendo discutere un post dell’ex sindaco Pasqualino Ciccone. «Ancora una volta, e per la quinta volta in 8 anni, comunico con grande emozione a tutti coloro che hanno creduto in me – ha scritto Ciccone – che la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha respinto ancora una volta la richiesta di incandidabilità che è stata avanzata nei miei confronti escludendo ogni mia responsabilità, anche per l’ultimo scioglimento. In questi anni ben 5 Collegi, tra tribunale, Corti d’appello e Cassazione, per un totale di 15 giudici, hanno esaminato gli atti e hanno accertato la mia completa estraneità ad ogni forma o tentativo di ingerenza della criminalità nell’ente comunale. L’ultima sentenza è di pochi giorni fa. Voi capirete cosa ho dovuto sopportare anche se sapevo in cuor mio di avere resistito ad ogni attacco. Ovviamente la mia vita è stata segnata per sempre da questi fatti. Mi rasserena solo sapere che chi mi ha giudicato ha messo nero su bianco che il sindaco Ciccone è stato di ostacolo alle possibili infiltrazioni. Sono stanco, ma – ha concluso Ciccone – vorrei che tutto il lavoro fatto per il Paese non andasse perduto. Il mio cuore e la mia passione mi spingono a dire ai possibili candidati a Sindaco di non aspettare il giorno delle elezioni per poi giustificarsi e dire di essersi appena insediati e di non poter fare nulla… Con la tristezza di chi ha servito il proprio Paese difendendolo da ogni attacco, sognando una Scilla migliore, lascio il testimone a chi spero abbia lo stesso amore per il proprio Paese». (redazione@corrierecal.it)

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