COSENZA Sarà un giudice a valutare, nel corso del dibattimento, quanto denunciato da una giovane di 20 anni originaria di Cosenza. L’imputato è un tenente colonnello, di 54 anni, in servizio nell’Esercito in Calabria (difeso dall’avvocato Petitto) accusato da una soldatessa volontaria cosentina (difesa dall’avvocato Chiara Penna) di essersi reso protagonista di atti sessuali «consistiti in un abbraccio».
Secondo la donna, l’uomo le avrebbe tolto gli occhiali e abbassato la mascherina chirurgica per poi abbracciarla ed inoltre le sarebbero state rivolte alcune domande «che esulavano dall’attività di servizio», quali «quanti anni hai? Hai il fidanzato? Entra pure, non sono nudo». La donna ha denunciato inoltre di essere stata destinataria «di un tentato un approccio fisico» e di un’altra frase rivolta dal tenente colonnello: «non si può fare tra militari, vero?».
Oggi, dopo diversi rinvii, si è celebrata l’udienza preliminare. Ora la vicenda continuerà in aula, con la prima udienza fissata la 13 maggio.
«Finalmente la vicenda sarà portata all’attenzione di un giudice del dibattimento, che valuterà quanto denunciato da una ragazzina di 20 anni, vittima di condotte odiose da parte di un superiore di 30 anni più anziano, così come a suo tempo sollevato dal Giudice militare. L’imputato lo sa bene perché non ha mai affrontato la questione nel merito: ha cercato in tutti i modi di evitare il dibattimento, ma anche che la voce della persona offesa venisse ascoltata. A partire dal tentativo inconsistente di esclusione della parte civile, fino alla infondata questione sulla mancanza di querela. Il fatto in sè è gravissimo, anche perché da quello che emerge dagli atti si evince un modus operandi sessista inteso quasi come normalizzato, non solo nei confronti della persona offesa, ma nei confronti di tutte le militari. Ad ogni modo si chiarirà tutto durante l’istruttoria», ha dichiarato l’avvocato Penna. (f.b.)
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