COSENZA Barese di nascita e cosentino di adozione, Gigi De Rosa è un’icona del calcio rossoblù. La sua storia è legata indissolubilmente a uno dei periodi storici più emozionanti della città bruzia e la sua presenza nella Hall of fame del Cosenza calcio lo conferma.
Per ben 14 anni, da calciatore prima e allenatore successivamente (anche in serie B) ha affiancato il suo nome a quello dei Lupi. Inevitabile, quindi, alla vigilia di un derby che conosce bene per averlo giocato quattro volte, chiedergli un parere.
«Le partite sono tutte imprevedibili – afferma al Corriere della Calabria – dipende molto dalla condizione psicofisica dei calciatori. Dopo aver toccato il baratro, il Cosenza con gli ultimi due risultati positivi e l’arrivo in panchina del duo Belmonte-Tortelli ha ritrovato un po’ di entusiasmo che deve sfruttare. Sicuramente bisognerà fare i conti anche con la pressione del risultato, perché non si possono più perdere partite. Occorre rimanere agganciati al treno salvezza cercando di lottare fino alla fine. Il derby è senza ombra di dubbio una sfida diversa e più sentita rispetto alle altre, ma si deve fare lo sforzo di vederlo come una partita che fa parte di un breve percorso che porta a un obiettivo non facile».
«Il Catanzaro finora ha fatto benissimo, tanto di capello. A Cremona domenica scorsa mancava Iemmello e si è sentita la sua assenza. La squalifica di Artistico nel Cosenza è un vero peccato, è una punta che al momento dà certezze e affidabilità alla squadra. Rientrerà Florenzi, un calciatore dalle potenzialità molto alte, spero che abbia recuperato bene dall’infortunio. Sarà determinante l’approccio mentale con il quale il Cosenza affronterà questa gara».
«Da fuori è davvero difficile giudicare se non si ha il termometro di ciò che accade all’interno dello spogliatoio e della società. Posso dire che Alvini, senza pensare ai quattro punti di penalizzazione, soprattutto all’inizio ha fatto bene, il suo percorso era in linea con il traguardo della salvezza. Purtroppo nell’ultimo periodo ha fatto pochi punti ed è stato sostituito».
«L’era Guarascio ha portato la serie B a Cosenza, siamo al settimo anno di fila e da questo punto di vista non gli si può dire nulla. Poi non riesco a giudicare al meglio i rapporti che si sono venuti a creare con la tifoseria».
«Nelle trattative e nelle ipotetiche vendite di una società, bisogna essere in due, uno che vuole comprare e uno che vuole vendere. Vedremo ciò che accadrà, ma anche in questo caso non si conoscono molti dettagli su questa vicenda».
«Sono sempre state partite sentite, sia da noi calciatori che dai tifosi. In quel periodo (erano gli anni ottanta, ndr) lottavamo entrambe per la salvezza. Forse solo in una stagione noi eravamo messi meglio in classifica, ma ho un ricordo di sfide molto combattute».
«E’ stato bello ritrovarci tutti, abbiamo fatto una rimpatriata molto piacevole per ricordare Denis e i suoi amici, tanti di noi non si vedevano da anni».
«L’ho accolta positivamente, per senso di giustizia. Sono passati tanti anni, troppi, da quella tragedia. Se ciò che è accaduto fosse arrivato prima, sarebbe stato sicuramente meglio per tutti. Il ricordo di Denis non svanirà mai, con lui ho passato tre anni molto belli e intensi».
«Sì, lo ricordo bene. Dopo il gol, io e Michele abbiamo guardato il cielo e salutato Denis. Una partita surreale, indimenticabile». (f.veltri@corrierecal.it)
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