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Congresso Pd, Democratici per la Calabria: «Una parte del gruppo dirigente vuole solo mantenere lo status quo»

Nota di Elio Bozzo e Sergio De Simone: «Confusione che rende impossibile ad elettori e simpatizzanti del centrosinistra di capirci e votarci»

Pubblicato il: 16/03/2025 – 11:47
Congresso Pd, Democratici per la Calabria: «Una parte del gruppo dirigente vuole solo mantenere lo status quo»

«Il dibattito che si sta svolgendo sulla stampa, intorno al congresso del Partito democratico alimenta preoccupazioni circa l’obiettivo che, con la massima assise politica ed organizzativa, una parte del gruppo dirigente del partito regionale vuole raggiungere in Calabria: solo il mantenimento dello status quo?»: lo scrivono i tesserati cosentini Elio Bozzo e Sergio De Simone (Democratici per la Calabria). «Ancora nessuna novità, nessuna informazione da parte del regionale circa tempi e modi soprattutto politici, ma anche – aggiungono – organizzativi con cui in Calabria si vogliono svolgere i congressi. Spero che questo lasso di tempo che ci separa dall’inizio vero e proprio dei congressi possa servire a far riflettere ed a portare a più miti consigli chi oggi detiene il controllo del partito. Come Democratici per la Calabria in questi mesi abbiamo denunciato con forza la situazione drammatica del partito calabrese. Questo non tanto e non certo per una resa dei conti interni, ma al contrario preoccupati della condizione in cui versa il PD e di conseguenza il centro sinistra nella nostra Regione».
«Per questo – scrivono Bozzo e De Simone – è importante cogliere l’occasione del congresso per una discussione e per un coinvolgimento di tutte quelle forze, che a partire dai tanti che si sono allontanati dal PD o sono stati costretti a farlo, tornino ad essere protagonisti in questa fase congressuale. L’obiettivo deve essere quello di fare del congresso un’occasione per discutere e per rilanciare un PD che in Calabria è sempre più asfittico e marginale. È necessario che la campagna congressuale fornisca anche l’occasione per aprire un confronto con le forze migliori della società calabrese e con le altre forze politiche del centro sinistra per presentarsi forti , coesi e credibili alle prossime elezioni regionali. In questi mesi negli incontri che, come Democratici per la Calabria, abbiamo tenuto nella nostra provincia, tante sono state le doglianze di coloro che, simpatizzanti ed iscritti, hanno lamentato nell’assenza di confronto ed ascolto da parte del partito Regionale e delle Federazioni. Tante le denunce a partire dalle questioni che riguardano la presenza organizzata del PD, attraverso liste con il proprio simbolo, nelle diverse competizioni amministrative. Altrettanto forti sono state le critiche mosse al partito in quanto incapace, di fronte alle sfide politiche ed amministrative, di costruire e relazionarsi con gli elettori e con le forze politiche del centro sinistra aiutati in questo dall’azione degli organi provinciali e regionali. In questa confusione tante sono le amministrazioni governate da rappresentanti del PD insieme a rappresentanti di forze politiche del centrodestra. Una confusione che rende impossibile ai tanti elettori e simpatizzanti del centro sinistra di capire e votare per il PD».
«Nei prossimi giorni svilupperemo come democratici per la Calabria una serie di incontri e di iniziative propedeutiche al congresso. Questa campagna di incontro e di ascolto serve affinché, come del resto purtroppo avvenuto nei precedenti congressi, tutto non si risolva in un voto su uomini e liste, mettendo da parte la discussione su cosa debba essere il PD e il centro sinistra in Calabria. Confronto e discussione congressuale che deve partire dai problemi reali che vivono i cittadini nei nostri territori a partire delle questioni concrete della sanità, della scuola, dello sviluppo economico e sociale. Procedere in questa direzione significa anche superare quella conventio ad excludendum che ha caratterizzato il partito negli ultimi anni. La mia convinzione è che più siamo con le nostre idee, il nostro vissuto, la nostra storia e meglio stiamo in un partito plurale in cui la selezione della classe dirigente non avvenga sulla burocratica assonanza a chi comanda, ma sulla capacità di fare sintesi e di misurarsi egemonicamente sulle scelte politiche da compiere» concludono i due esponenti di Democratici per la Calabria.

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