COSENZA Bisognava aspettare la figuraccia del derby per “alzare il tiro”? Dalla massima fiducia – mal riposta, secondo molti – per gli impegni presi nel celebre incontro semi-clandestino del 6 febbraio a Palazzo dei Bruzi, in quaranta giorni il sindaco Franz Caruso è passato all’ultimatum, ribadendo la volontà di chiudere la partita fiscale con il club. Caruso – a margine di quell’incontro in municipio – aveva riportato come il presidente Guarascio gli avesse detto che «i debiti li hanno tutte le società, compresa l’Atalanta» ma già a inizio febbraio ricordava che il Comune aspettava ancora le carte sui rendiconti, mentre restavano (e restano) tuttora da saldare due anni di concessioni.
In questa vicenda in cui sembra che tutti abbiano torto e la ragione non sta da nessuna parte se non da quella dei tifosi “umiliati e offesi” (da ultimo ieri sera dagli spalti del Ceravolo), con sospetto tempismo è arrivato oggi l’ennesimo annuncio della società sulla cessione del club: da quel 6 febbraio si sono rincorse voci di gruppi imprenditoriali interessati all’acquisto di un club le cui quotazioni, si presume, nel frattempo sono ulteriormente scese, mentre mister Alvini veniva rimosso dalla panchina e il campo continuava a registrare risultati negativi. Ora si apre il periodo più difficile, una parola che ricorre sui social e nei crocicchi per strada è “stillicidio”, ma non manca chi dice che il vero amore resiste anche in terza categoria. Bisogna giusto vedere con quale proprietà… (redazione@corrierecal.it)
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