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L’ascesa della holding lametina specializzata in opere civili. «È iniziato tutto da mio padre carpentiere»

Angelo Ferraro racconta al Corsera la crescita del gruppo. Tunnel e gallerie ma anche la più grande scuola pubblica di Milano e strutture sportive

Pubblicato il: 17/03/2025 – 19:45
L’ascesa della holding lametina specializzata in opere civili. «È iniziato tutto da mio padre carpentiere»

LAMEZIA TERME Una holding che mezzo secolo fa è partita da Lamezia e oggi opera in tutta Italia. E’ il gruppo Ferraro, «nato con mio padre, che faceva lavori di carpenteria, poi è cresciuto con alcune operazioni immobiliari, dal 1985 al 1990»: a parlare è Angelo Ferraro, alla guida del gruppo con il fratello, che tratteggia una storia di successo a CorrierEconomia, il settimanale del Corriere della Sera.
Il gruppo Ferraro, nato a Lamezia Terme negli anni ‘70, ha saputo costruirsi una reputazione sull’intero territorio nazionale nell’edilizia con infrastrutture e grandi opere architettoniche. «Negli anni ‘90 siamo arrivati io e mio fratello Antonio e abbiamo impresso un nuovo passo dell’azienda, iniziando a farla partecipare a gare per la costruzione di opere pubbliche, che oggi sono il 99% del nostro business. Partiti come ditta individuale, oggi siamo una spa che nel 2023 ha fatturato circa 55 milioni» racconta Angelo Ferraro. «Abbiamo mantenuto la stessa partita Iva di mio padre» — aggiunge —. come «simbolo di continuità e solidità. Oggi siamo presenti in Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, nel Lazio e a Napoli abbiamo un progetto con I’Università Federico II. In Puglia abbiamo iniziato a lavorare allo Stadio del nuoto di Taranto in vista dei giochi del Mediterraneo del 2026 e presto inizieremo il Palazzetto dello sport. A Milano, a Cascina Merlata, stiamo realizzando una scuola pubblica per conto di Euromilano. Sarà la scuola più grande degli ultimi 20 anni a Milano».

Il rilancio di Cipa

E’ del 2023 un’ulteriore scommessa: il salvataggio e il rilancio di Cipa. Nata nel 1986 con cinque persone, Cipa realizza prevalentemente gallerie e tunnel. «È un’eccellenza italiana, nel senso che ci saranno tre-quattro aziende che fanno questo tipo di lavori — dice Ferraro —. Nel 2018 è dovuta ricorrere alla procedura di concordato preventivo in continuità come effetto della crisi dei grandi contractor. Riconoscendoci un po’ carenti nella parte infrastrutture, nel 2023 abbiamo deciso di investire sette milioni per pagare tutti i suoi fornitori e farla uscire dal concordato, cosa avvenuta pochi mesi fa. Poi abbiamo investito nelle attrezzature, quindi sull’innovazione tecnologica, rinnovando il 70% del parco macchine. Oggi il rilancio passa anche attraverso la partecipazione diretta di Cipa alle gare». Di fatto il gruppo si sta strutturando come una piccola holding: la Ferraro, che si occuperà di opere civili; Cipa nelle infrastrutture, in particolare gallerie, che sono opere specialistiche; mentre F2 Service, altra azienda del gruppo, si occuperà esclusivamente d’impianti. «Quindi copriamo tutto il ciclo industriale», puntualizza Ferraro.

gruppo ferraro - comitato scientifico

Un gruppo da più di 100 milioni nel 2024

I numeri testimoniano la crescita. «Il nostro è stato un percorso lento ma costante — dice l’imprenditore — e gli ultimi tre anni sono stati decisivi per il salto di qualità: siamo passati da un fatturato di 10-20 milioni a un giro d’affari di 50-55 milioni. Poi con l’avvento di Cipa siamo diventati un gruppo da più di 100 milioni nel 2024 e prevediamo di crescere ulteriormente quest’anno». «La Ferraro dovrebbe arrivare a 100 milioni e Cipa a 50, con un portafoglio ordini di circa 300 milioni di euro per Ferraro e 100 milioni per Cipa, arrivando cosi a un totale di 400 milioni di euro per il gruppo».
Oggi i soci del gruppo sono Antonio e Angelo Ferraro, ciascuno con una quota del 43%, e il padre Mario, con il 14%. L’intenzione, per il momento, è di non aprire il capitale, né a privati né a fondi di private equity. «Abbiamo pensato alla quotazione, ma non è il momento. Per ora ci concentriamo sulla crescita. Per questo, nell’ambito del progetto di Entopan (provider integrato che accompagna le imprese e i territori nella transizione digitale, ndr) abbiamo creato un comitato scientifico, un organo di alto profilo all’interno di un’impresa di costruzioni, cosa rara in Italia». Presieduto da Enrico Giovannini, ex ministro delle Infrastrutture, il comitato comprende Francesco Cicione, presidente di Entopan, Pierluigi Sassi e Antonio Viscomi. «Crediamo sia una scelta distintiva, fatta nei 50 anni di attività, per affrontare le sfide del futuro con approccio scientifico e strategico guardando alla sostenibilità».

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