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Vita e morte di “Selezione dal Reader’s Digest”

Chi non è più giovane e frequentava le edicole ricorderà senz’altro la rivista “Selezione dal Reader’s Digest”. Essa nacque da una costola della rivista statunitense dello stesso nome. Venne alla …

Pubblicato il: 17/03/2025 – 9:24
di Bruno Gemelli
Vita e morte di “Selezione dal Reader’s Digest”

Chi non è più giovane e frequentava le edicole ricorderà senz’altro la rivista “Selezione dal Reader’s Digest”. Essa nacque da una costola della rivista statunitense dello stesso nome. Venne alla luce a Milano nel 1948 e la sua caratteristica era quella di avere un formato tascabile con una varietà di argomenti scritti con linguaggio asciutto. Una sorta di vademecum delle vicende del mondo. Meglio di un Bignami. Poi, con il venire meno dell’attività di publishing, ovvero la pubblicazione indipendente da un editore, “Selezione” cessò la stampa nel dicembre 2007. L’anno successivo nacque una nuova società editoriale la MK Group srl, con sede a Trieste, con in programma la pubblicazione e la distribuzione in Italia del catalogo di The Reader’s Digest Association, Inc.; ma ebbe uno scarso successo. “Selezione dal Reader’s Digest”, ricordiamo, ha contribuito nell’arco di 40 anni ad avvicinare molte persone alla lettura e, seppur in maniera rimaneggiata e approssimativa, ad amarla. Erano gli inizi degli anni sessanta, gli italiani erano attratti dai fenomeni del momento: la tv, la nuova cinquecento, le vacanze estive, il mangiadischi, il boom economico con i loro disperati tentativi di diventarne parte integrante. Con tutte le “distrazioni” che offrivano gli della rinascita va da sé che gli italiani non potessero essere poi troppo interessati all’editoria pura, quella dei libri. Ma i tempi stavano diventando maturi per quell’editore che avesse una visione d’insieme più ampia, che sapesse individuare coni d’ombra della cultura vigente da illuminare a giorno. Quell’editore rispondeva al nome di Arnoldo Mondadori che fu il padre di “Selezione”. I libri a quei tempi stavano diventando maturi per quell’editore che avesse una visione d’insieme più ampia, che sapesse individuare coni d’ombra della cultura vigente da illuminare a giorno. All’epoca quell’esperimento non riscontrò il successo auspicato dall’editore, fu solo dal 1959 in poi, quando il grande editore decise di accentuare la presenza italiana tra le rubriche del suo libricciolo che il numero delle tirature prese il volo. Il successo arrivò quindi gradatamente ma dirompente: per molti italiani quelle furono le prime vere letture che li introdusse, anche se solo dalla porta di servizio, nel mondo della lettura e traghettando alcuni di loro, i più curiosi, verso la vera e propria letteratura. Nelle edizioni a seguire restò sempre presente quella certa selezione da opere per lo più statunitensi, ma vennero anche aggiunte vere e proprie rubriche fisse: “Arricchite il vostro vocabolario”, “Risposte rivelatrici”, il famosissimo e a sua volta citatissimo “Citazioni citabili”. Non mancava neanche una rubrica umoristica: “ridete e starete sani”. Un successo che proseguì senza flessioni per almeno tre decenni, al termine dei quali passò da Mondadori alla casa editrice Camuzzi Editoriale, nell’anno 2000. Fu il canto del cigno perché purtroppo a quel punto i tempi erano troppo cambiati. La scolarizzazione media era aumentata vertiginosamente rispetto agli anni degli albori di Selezione e di conseguenza cambiava anche l’esigenza dei lettori che non si potevano più accontentare di semplici “estratti”. In più nel frattempo si erano lanciati nel mercato dell’editoria libraria colossi come “Il Club degli Editori” che proponevano l’acquisto di best sellers a prezzi concorrenziali e consegna ugualmente a domicilio.

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