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Fiumi di cocaina dal Sudamerica, in manette anche un calabrese – I NOMI

In campo a Catania anche il nucleo Pef di Reggio Calabria e il gruppo Locri. Sequestri per 7,7 milioni di euro

Pubblicato il: 18/03/2025 – 9:40
Fiumi di cocaina dal Sudamerica, in manette anche un calabrese – I NOMI

CATANIA Smantellato a Catania un gruppo criminale dedito all’importazione dal Sudamerica via mare di ingenti partite di cocaina. I finanzieri del Comando provinciale di Catania hanno eseguito, con il supporto di unità della Compagnia Pronto impiego Catania (“Baschi Verdi” e unità cinofile), del nucleo Pef di Reggio Calabria e del gruppo Locri, un’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 6 persone, finite in carcere. Si tratta di:

Curciarello Giuseppe (cl. ’67) di Locri;
Di Mauro Angelo, detto “Veleno” (cl. ’80);
Fichera Salvatore, detto “Salvuccio” (cl. ’86);
Sanfilippo Angelo (cl. ’66);
Sanfilippo Melino (cl. ’90);
Vasta Antonino, detto “Nino” (cl. ’84).

L’indagine

Sono ritenute responsabili, in concorso tra loro e «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso», di un’intensa attività di narcotraffico con importazioni dall’estero e con l’aggravante dell’ingente quantitativo. Contestualmente, è stata data esecuzione a un decreto d’urgenza emesso dal pubblico ministero che ha disposto il sequestro preventivo di denaro e beni nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di circa 7,7 milioni di euro. Le indagini, svolte da unità specializzate del nucleo di Polizia economico finanziaria di Catania – Gruppo operativo antidroga del Gico, anche mediante attività tecniche, acquisizione di dati e notizie tramite banche dati in uso al Corpo, servizi di osservazione e riscontro, hanno permesso, per la prima volta, di fare piena luce sulle dinamiche criminali all’interno dello scalo portuale di Catania. In particolare, è stata individuata la figura di un uomo, già condannato nel 2010 per narcotraffico, e di suo figlio, entrambi attivi in quell’area in qualità di dipendenti della società. È stato, inoltre, appurato che il primo avrebbe avuto rapporti con esponenti di spicco del clan Pillera-Puntina e, in particolare, con una persona già condannata per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con sentenza del gip di Catania del 2007. (Gi.Cu.)

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