BOLOGNA Si chiude con un non luogo a procedere la vicenda giudiziaria degli ex sindaci di Brescello Giuseppe Vezzani – eletto due volte, dal 2004 al 2014 – e Marcello Coffrini, che di Vezzani era l’assessore all’Urbanistica e che poi ricoprì la carica di primo cittadino fino allo scioglimento del Comune reggiano per infiltrazioni mafiose nel 2016. Questa la decisione comunicata questa mattina dal gup di Bologna Roberta Malavasi, che ha quindi respinto la richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa avanzata dal pm della Dda Beatrice Ronchi nei confronti dei due ex primi cittadini. Secondo la ricostruzione dell’accusa, non condivisa dal gup, Vezzani e Coffrini avrebbero contribuito – pur senza farne parte – alla realizzazione degli obiettivi e al rafforzamento della cosca di ‘ndrangheta che operava nel paese. I reati contestati erano in larga parte quelli contenuti anche nella relazione della commissione d’indagine prefettizia che portò poi a sciogliere la Giunta. Si parlava di permessi di costruzione rilasciati senza la necessaria documentazione, di lavori affidati in modo illegittimo, di abusi edilizi tollerati e di alloggi di edilizia residenziale assegnati a parenti degli esponenti della cosca senza che ne avessero diritto. Nel procedimento erano imputate altre 10 persone, di cui nove hanno patteggiato, mentre l’ultima, vale a dire Rosita Grande Aracri, sarà processata con rito abbreviato il prossimo 29 maggio. Le motivazioni del proscioglimento saranno depositate nel giro di 60 giorni.
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