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Elezioni a Rende, Pecoraro invoca il campo largo ma manda un messaggio a Principe: «Anche Mitterrand si fece da parte»

Mimmo Talarico: «La sua candidatura è sul tavolo, divisi perdiamo». L’appello all’unità arriva da più parti (soprattutto in ottica regionali)

Pubblicato il: 20/03/2025 – 19:50
Elezioni a Rende, Pecoraro invoca il campo largo ma manda un messaggio a Principe: «Anche Mitterrand si fece da parte»

RENDE Quando si vuole prendere tempo si parla di programmi. E spunta il tavolo unitario. Meno di cento persone hanno risposto alla chiamata del Partito democratico: sono raccolte su sei file da 15 posti (una settimana fa i socialisti erano il doppio), sedie neanche tutte piene: il separé stavolta è ancora più vicino al palchetto rispetto a giovedì scorso.
Nel foyer dell’hotel San Francesco impazza il toto-candidati (tra i presenti c’è anche Giovanni Soda) ma Vittorio Pecoraro precisa subito: stasera no nomi («ho qualche idea ma non faccio identikit») perché «sì parlerà di metodo».
Dal segretario provinciale del Pd il primo appello alla sinistra allargata, un campo larghissimo dove trovino posto anche i movimenti? «Il civismo non ha protetto Rende ma è stato pretesto per trasversalismi e interessi di parte, personali e familiari: come serve una politica nuova serve un civismo diverso – afferma Pecoraro -, vediamoci oltre il caffè e pensiamo a tutte le amministrative in provincia». L’obiettivo è il «Fronte popolare per Rende, con tutte le forze moderate e civiche che vogliono dare un contributo».

Gli alleati

Ad Avs e 5 stelle ribadisce: «Il tavolo sia di tutti. Ai socialisti di Psi – con cui governiamo Cosenza e Cassano – e Federazione riformista – con cui ho rapporti da tempo – dico che siamo tutti socialisti europei ma non siamo nel 1983 con un socialista al Quirinale e a Palazzo Chigi, guardiamo al presente, ho rispetto del passato ma costruiamo il futuro, Mitterrand nel 1995 fece un passo indietro e non si candidò: qualcuno potrebbe fare lo stesso» (mancano solo nome e cognome ma tanto Sandro Principe lunedì ufficializzerà la sua candidatura da questo stesso microfono). «La finalità del Pd – aggiunge – non è ostacolare i socialisti, pensiamo alle regionali: se ci dividiamo ora in provincia non saremo credibili. Facciamo tutti un passo indietro e uniamoci per vincere a Rende, senza sottovalutare la destra, che sta in silenzio ma si riunisce nei salotti e guarda agli affari privati, l’economia è a Rende».
Ai comitati del No alla città unica – nomina Pierpaolo Iantorno ma non Clelio Gelsomino – chiede di superare le ragioni di divisione e anzi riconosce di aver affrontato il referendum contro il metodo imposto alla Regione: «Potranno trovare casa nel nostro Fronte popolare». Ad AttivaRende – presente con Mimmo Talarico – dà conto di aver lavorato per l’unità del centrosinistra.

Il nome di sintesi

Poi invoca «un metodo e un cronoprogramma sul nome, per evitare fughe in avanti. Da noi nessuna imposizione, anzi siamo pronti a fare un passo indietro e a supportare chi non abbia la nostra tessera, senza arroganza e pretese. Però la ricerca dell’unità del centrosinistra non deve passare dal veto di alcuni, e il tavolo non si deve abbandonare, serve un patto di lealtà reciproca. Noi non abbiamo debiti con nessuno. Nessuno pensi a candidature costruite altrove, ma sia espressione di tutta la coalizione. Noi rispetteremo il nostro codice etico nazionale».

Il programma

Pecoraro indica poi tre punti e altrettanti gruppi di lavoro di esperti nei primi 100 giorni, con vocazione politica e di indirizzo: mobilità e salute per integrare Cosenza e Rende; integrazione tra Rende e Unical, che deve restituire di più al territorio; rilancio dell’area industriale. «No ai personalismi – questo l’appello finale – , nessuno di noi è autosufficiente ma neanche indispensabile».

Il dibattito

Intervengono Gianfranco De Franco, storica figura socialista, e l’ex rettore Unical Gino Crisci: entrambi parlano della strategicità di Rende dal punto di vista economico e culturale oltre che politico.
Mimmo Talarico parla per la prima volta a un’iniziativa del Pd: «Ho difficoltà e anche imbarazzo politico e personale a prendere la parola – esordisce – Anche il Pd ha involontariamente partecipato alla disfatta della città, parlo a una platea di garantisti ma il commissariamento è intervenuto per fermare una deriva. Adesso c’è una destra professionale interessata all’ospedale e alle regionali, se il campo progressista vince a Lamezia e a Rende – crocevia su scala regionale – lo scenario cambia a nostro favore. Ma c’è la candidatura di Principe sul campo e bisogna mettere sulla bilancia le due misure: uniti per vincere o divisi per perdere. Vediamoci insieme, anche con lui, per cercare una soluzione: proviamo, da qui non si sfugge e io sono speranzoso». Giovanni Soda smentisce di essere candidato ma si dice «al servizio di un’idea di futuro, se posso dare un contributo». La priorità di Enza Bruno Bossio è il garantismo: «Lo scioglimento dei comuni per mafia è un atto amministrativo che colpisce una comunità, e al sentenza spesso non viene dai giudici ma dalla gogna mediatica, lo dico ai compagni socialisti».

Il fronte progressista

Nel corso dell’assemblea esce anche la posizione congiunta dei Progressisti e delle Progressiste su Rende: «M5S, AVS, Rifondazione Comunista, Unire per Rinnovare, Attiva Rende, insieme, siamo convinti della necessità di portare avanti un fronte unitario in netta discontinuità con la politica delle ultime amministrazioni manna. Solo una grande coalizione di deciso segno progressista può realizzare un governo finalmente coerente a una prospettiva di città da rigenerare in tutte le sue dimensioni, sociali, culturali, economiche, civiche. Sentiamo, cioè la responsabilità di un’occasione storica per dare alla città un futuro di segno nettamente opposto rispetto alle amministrazioni degli ultimi anni e registriamo quindi con soddisfazione l’interessamento a questo progetto già avviato che vuole concretizzarsi su una piattaforma reale con obiettivi chiari e radicali».
«Auspichiamo dunque che nella sua assemblea odierna il Partito democratico possa ritrovarsi e convergere su questa traccia progressista ed essere insieme protagonisti di un progetto di innovazione e di cambiamento per Rende. Per questi motivi, non parteciperemo ai lavori dell’assemblea odierna e lasciamo al Partito Democratico il tempo per fare tutti i passaggi necessari e le opportune valutazioni interne, auspicando di ritrovarci presto a un tavolo paritetico di confronto politico e programmatico» concludono 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Rifondazione Comunista, Unire per Rinnovare e Attiva Rende. (euf)

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