Sabato, 22 Marzo

Ultimo aggiornamento alle 13:37
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 7 minuti
Cambia colore:
 

l’intervista

Gabriele Pedullà: «Una delle sfide della scrittura è quella di cogliere i particolari, andando oltre gli stereotipi»

“Certe sere Pablo” tra le 10 opere in concorso al Premio La Cava. L’autore: «Partecipare significa per me quasi tornare a casa»

Pubblicato il: 20/03/2025 – 8:55
di Mariateresa Ripolo
Gabriele Pedullà: «Una delle sfide della scrittura è quella di cogliere i particolari, andando oltre gli stereotipi»

Il racconto di un impegno attraverso il quale ci si proponeva di cambiare il mondo. Nella sua opera, Certe sere Pablo (Einaudi), Gabriele Pedullà costruisce una storia ambientata in un periodo, a partire dagli anni Settanta, in cui scendere in piazza, ascoltare e manifestare, significava vivere “una grande storia d’amore collettiva”. «Ho scritto per non far dimenticare quella storia, ma anche perché penso che solo elaborando il lutto si possa eventualmente riprendere il cammino», ci racconta l’autore dell’opera che ha conquistato un posto tra le dieci proposte al Premio Letterario “Mario La Cava”. «Partecipare al Premio – spiega Pedullà – significa per me quasi tornare a casa».

“Certe sere Pablo” è un’opera che racconta di impegno politico e sociale, di lotta e militanza. In cosa e come è cambiata la visione di quell’impegno? E cosa è rimasto di tutto ciò?

Chiunque abbia conosciuto la grande stagione dell’impegno, persino nella sua fase crepuscolare (come è successo a me), registra la sua sostanziale scomparsa. Con questo non intendo dire che in Italia non ci siano ancora oggi donne e uomini che dedicano il proprio tempo libero a cercare di migliorare la condizione di chi sta peggio e di cambiare le regole del gioco. Si tratta però di gruppi sempre più ristretti e marginali: piccole, combattive comunità di eletti, guidati da un fuoco quasi religioso. Per tutti gli altri, l’impegno è tutt’al più qualcosa di saltuario e di eccezionale, non certo un modo di vivere e di tenere assieme i diversi tasselli della propria esistenza come per parecchi decenni dopo la Seconda guerra mondiale era invece normalissimo per milioni e milioni di italiani. Ho scritto per non far dimenticare quella storia, ma anche perché penso che solo elaborando il lutto si possa eventualmente riprendere il cammino. Io, per lo meno, continuo ad augurarmelo.

E’ un racconto fortemente appassionato. Tra queste pagine quanto c’è di lei e della sua esperienza personale?

Non scrivo memoir o autofiction: questi sono racconti-racconti o romanzi-romanzi (a seconda di come li consideriamo: per dimensioni cadono un poco nel mezzo). Eppure, certo, c’è anche molto di me in questi testi. Per lo più dettagli: piccole cose che ho notato e che mi sono rimaste impresse (un modo di cadere della neve o il rumore che fanno i tacchi alti sui sampietrini di Roma), dato che una delle sfide della scrittura è sempre quella di cogliere particolari che gli altri non notano, andando oltre gli stereotipi ai quali troppo spesso si riducono le descrizioni. Nel caso del primo tassello del trittico ho però regalato al protagonista anche diversi miei ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza. Non sono lui, e tuttavia gli faccio vivere alcune esperienze che anche io ho vissuto negli anni della mia scombinata militanza politica giovanile. Questo però non basta a renderlo un mio vero alter-ego perché molte più numerose sono le cose di me che non gli ho passato, o gli aneddoti che ho rubato ad amici e conoscenti, o che ho inventato da zero. I tratti potenzialmente autobiografici del protagonista in questo contesto sono al massimo uno dei tanti ingredienti della ricetta, e nemmeno il più importante. Quello che conta, soprattutto, è la miscela.

Quali sono i suoi punti di riferimento in ambito letterario? 

C’è una misura narrativa che amo molto, quella che si colloca tra il racconto lungo e il romanzo breve, diciamo tra le 40 e le 90 pagine. Come in Certe sere Pablo. I testi di questo tipo hanno ai miei occhi le virtù di tutte e due le forme: la rapidità, l’essenzialità e la geometria caratteristiche del racconto e l’approfondimento (per quanto per assaggi) delle psicologie e degli ambienti tipico del romanzo. I grandi libri puntano a offrire una sorta di imitazione della vita; quelli più brevi no, perché la selezione operata eliminando quanto non è necessario e condensando la materia con improvvisi cambi di ritmo punta piuttosto a offrirne un’interpretazione attraverso un caso singolo, al tempo stesso unico ed esemplare. Molti dei miei scrittori preferiti hanno eccelso in questa forma ibrida, da Italo Calvino a Beppe Fenoglio e da Giorgio Bassani a Silvio D’Arzo, solo per nominare qualche grande scrittore italiano del secondo Novecento. O, tra gli stranieri (con una lista non meno idiosincratica), Ingeborg Bachman, Henry James, Kazimierz Brandys, Julio Cortazàr. Selezionare vuol dire anzitutto stilizzare (lo sguardo, la memoria, i sentimenti, le passioni), e lo stile in letteratura è tutto.

La sua opera è stata proposta al Premio Letterario “Mario La Cava”, un riconoscimento dedicato a uno scrittore che, attraverso i suoi scritti, ha raccontato con maestria luci e ombre, sentimenti e passioni. Ne è contento?

Ne sono molto onorato. Quando si è candidati a un premio si pensa inevitabilmente allo scrittore al quale questo è intitolato e ci si chiede sempre se esiste qualche relazione visibile o invisibile tra la propria opera e la sua. Con le mie origini calabresi, e tanto più del litorale jonico, in questo caso non ho dovuto pormi nessuna domanda del genere, perché conoscevo già la risposta. Partecipare al Premio significa per me quasi tornare a casa! E poi ci sono i libri di La Cava: a me specialmente cari tra quelli dei grandi narratori calabresi dello scorso secolo.

L’autore

Gabriele Pedullà (Roma 1972) insegna Letteratura italiana presso l’università di Roma Tre e scrive per «Il Sole 24 Ore». Autore di diversi libri di saggistica, tra cui il recente On Niccolò Machiavelli: The Bonds of Politics (Columbia University Press, 2023, in corso di traduzione per Einaudi), con Sergio Luzzatto ha curato l’Atlante della letteratura italiana (Einaudi 2010-12). Presso Einaudi ha inoltre pubblicato le raccolte di racconti Lo spagnolo senza sforzo (2009, Premio Mondello Opera Prima; Premio Verga; Premio Frontino), Biscotti della fortuna (2020, Premio Super Flaiano) e Certe sere Pablo (2024), e il romanzo Lame (2017, Premio Carlo Levi; Premio Martoglio). Le sue opere sono tradotte, o in corso di traduzione, in otto lingue.

Il premio letterario “Mario La Cava”

Giunto alla sua ottava edizione, il Premio letterario “Mario La Cava” ha visto negli anni precedenti il trionfo di scrittrici e scrittori come Claudio Magris, Maria Pia Ammirati, Nadia Terranova, Donatella di Pietrantonio, Alessandro Zaccuri Gian Marco Griffi, Maria Grazia Calandrone.
Ogni anno viene assegnato a illustri personaggi del mondo letterario il Premio Speciale “La Melagrana” (negli anni precedenti Raffaele Nigro, Raffaele La Capria, Walter Pedullà, Piero Bevilacqua, Luigi Maria Lombardi Satriani, Massimo Onofri, Salvatore Silvano Nigro).
Nel corso della prossima edizione, così come negli anni precedenti, sarà poi assegnato il Premio dei lettori del Caffè, scelto tra i libri in gara da una giuria composta da appassionati lettori.

Le opere in concorso

Le opere proposte da una commissione composta da critici e scrittori tra quelle pubblicate in Italia nel 2024, saranno valutate da una giuria composta da Andrea Carraro, scrittore, Arnaldo Colasanti, critico e scrittore, Alessandro Moscè, critico e poeta, Caterina Verbaro, docente di letteratura all’Università LUMSA di Roma, e Pasquale Blefari, assessore alla Cultura del Comune di Bovalino, che selezionerà la terna finalista. L’opera vincitrice, a cura della stessa giuria, sarà designata durante la cerimonia di premiazione che si terrà a Bovalino ad aprile 2025.

• Nostra signora da Messina – Eliana Camaioni – Algra Editore – Proposto da Paola Radici Colace
• Sparring partner – Andrea Caterini – Editoriale Scientifica – Proposto da Domenico Calcaterra
• Missitalia – Claudia Durastanti – La nave di Teseo – Proposto da Margherita Ganeri
• Il figlio di Forrest Gump – Angelo Ferracuti – Mondadori – Proposto da Marino Magliani
• Il fuoco che ti porti dentro – Antonio Franchini – Marsilio – Proposto da Maria Grazia Calandrone
• Certe sere Pablo – Gabriele Pedullà – Einaudi – Proposto da Salvatore Silvano Nigro
• La ragazza eterna – Andrea Piva – Bompiani – Proposto da Stefano Ercolino
• Troncamacchioni – Alberto Prunetti – Feltrinelli – Proposto da Marco Gatto
• Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia – Michele Ruol – Terrarossa – Proposto da Dario Ferrari
• I giorni di vetro – Nicoletta Verna – Einaudi – Proposto da Sandro Abruzzese

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

L'offerta informativa del Corriere della Calabria rimarrà gratuita

Senza le barriere digitali che impediscono la fruizione libera di notizie, inchieste e approfondimenti. Se approvi il giornalismo senza padroni, abituato a dire la verità, la tua donazione è un aiuto concreto per sostenere le nostre battaglie e quelle dei calabresi.

La tua è una donazione che farà notizia. Grazie

Il campo è obbligatiorio!
Il campo è obbligatiorio!

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012--2025. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x