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la riflessione

La pace vista dai bambini

di Ennio Stamile

Pubblicato il: 20/03/2025 – 13:51
La pace vista dai bambini

Qui in Africa, nel vedere tanti bambini, mi capita di pensare spesso ai versi della poesia di Bertold Brecht: I Bambini giocano alla guerra. Rileggerla e magari meditarla, ritengo sia un buon esercizio per tutti, soprattutto per coloro che hanno responsabilità di governo, in questi anni bui,  nei quali ancora una volta l’umanità sperimenta il dramma della guerra. La riporto di seguito per offrire ai lettori l’opportunità di farlo:


E’ raro che giochino alla pace/perché gli adulti/da sempre fanno la guerra,/tu fai “pum” e ridi;/ il soldato spara/e un altro uomo non ride più./E’ la guerra./C’è un altro gioco/da inventare:/far sorridere il mondo,/non farlo piangere./Pace vuol dire/che non a tutti piace/lo stesso gioco,/che i tuoi giocattoli/piacciono anche/agli altri bimbi/che spesso non ne hanno,/perché ne hai troppi tu;/che i disegni degli altri bambini/non sono dei pasticci;/che la tua mamma/non è solo tutta tua;/che tutti i bambini/sono tuoi amici./E pace è ancora/non avere fame/non avere freddo/non avere paura.//

Sono vent’anni che frequento questo immenso e straordinario Continente e non ho mai visto i bambini giocare alla guerra. Non gli piace questo gioco! In tantissimi non hanno la fortuna di avere dei nonni a quali chiedere se spari e  grida che spesso odono “sono solo un sogno”, come ci ricordano altri versi della canzone Fiume Sand creek di Fabrizio De Andrè.  I grandi che ancora “giocano alla guerra”, dovrebbero pensare di più alle migliaia di bambini che sono morti, qui in Africa e nella striscia di Gaza – gli ultimi cento proprio l’altra notte, quando Netanyahu ha ordinato la ripresa dei bombardamenti sulle macerie di quella Città – e in tante altre parti del mondo. Per tutti costoro, sempre per citare il testo di De Andrè, solo “il lampo in un orecchio e nell’altro il Paradiso”.  Impressionanti sono le cifre segnalate da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “più di 8 mila i bambini morti o mutilati ogni anno, 200 milioni le bambine che hanno subito mutilazioni dei genitali e circa 300 mila i bambini-soldato”. Le guerre moderne, con i cosiddetti missili intelligenti, distruggono luoghi civili non risparmiando nulla: Ospedali, Scuole, centri abitati, in questi ci saranno sempre dei bambini. La pace, allora, non può essere costruita sulla spartizione di terre rare o su interessi economici di varia natura. Questa non è pace, è solo una delle tante prese in giro dei potenti di turno che tentanto di spartirsi il bottino dei vinti, fingendo di non sapere che in ogni guerra non ci sono vincitori, ma solo vittime e chi ha perso è solo l’umanità tutta intera. Anche quando le guerre ci sembrano distanti, come quelle del Congo e del Senegal, si sperimenta sempre una sorta di “emorragia di umanità”. I versi ricordati sopra, a ragione, ricordano a tutti che pace è non avere né fame, né freddo, né paura. Aggiungo che pace è anche non vedere bambini che fanno lavori di ogni genere. Un altro grande poeta del nostro tempo, David Maria Turoldo, scriveva: “ma vi sono ancora fanciulli sulla terra? O non è il nostro mondo senza infanzia? Forse è la più grande rapina compiuta da questa civiltà: la prima irreparabile distruzione”. Nella sua lucida e profetica denuncia continuava: “le nostre città sono senza gioia perché sono senza infanzia”.
Sì, pace è tutto questo. Ma è anche molto di più. E’ giustizia sociale, è distribuzione equa delle risorse della Terra, “non è solo assenza di guerra”. Davvero la storia non ha insegnato nulla ai governanti d’Europa che ancora una volta, per fugare la guerra, impongono la corsa agli armamenti e un poco realistico impegno a realizzare un esercito comune europeo. La pace, infine, si costruisce anche nei Parlamenti dove spesso vediamo insulti e zuffe di ogni genere, senza il ben che minimo rispetto della sacralità del luogo che si frequenta, in cui vengono rappresentati cittadini e Nazioni. Da ultimo, ma non per ultimo, la pace si costruisce anche rispettando il voto degli elettori, non cercando escamotage per sostituire parlamentari eletti con altri, semplicemente perché appartengono ad una casta  consolidata di ben noti parlamentari calabresi. Come non dare ragione a Giuseppe Conte che nel suo discorso alla Camera, rivolgendosi al Ministro Tajani, collega di partito di Andrea Gentile, dichiarato eletto al posto di Elisa Scutellà, ha ribadito: «Lei oggi è qui per riscuotere un seggio nell’interesse di partito, quando parleremo del piano di riarmo?». Pace, infine, è difendere con convinzione la nostra Costituzione e la nostra democrazia da ogni pervasiva e subdola forma di autocrazia e di plutocrazia. Difendere con forza il manifesto di Valdotene, che ha dato origine all’Europa, contro ogni bieca ignoranza anche se questa dovesse palesarsi attraverso fatti e parole del nostro Presidente del Consiglio. Ieri la Chiesa ha ricordato San Giuseppe, è stata anche la festa del papà. Vorrei rivolgere un pensiero a tutti quei padri che hanno perso i loro bambini a causa della guerra, dei naufragi e della fame.

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