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Maestrale, pene pesanti per la ‘ndrangheta di Mileto: l’ergastolo a Domenico Polito e i 20 anni a Michele Galati

Il primo viene ritenuto «contabile» del locale e «collettore» tra detenuti e capi. Galati sarebbe stato il «capo» in assenza del fratello Fortunato

Pubblicato il: 20/03/2025 – 19:18
Maestrale, pene pesanti per la ‘ndrangheta di Mileto: l’ergastolo a Domenico Polito e i 20 anni a Michele Galati

CATANZARO Ci sono anche pene pesanti tra le 50 inflitte contro la ‘ndrangheta vibonese nel primo grado del rito abbreviato di Maestrale. La prima sentenza del processo che riunisce anche le operazioni Olimpo e Imperium è arrivata oggi, con l’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro che ha retto a metà tra assoluzioni “eccellenti” e pesanti condanne. Tra queste l’ergastolo inflitto a Domenico Polito detto “u ciota”, 50enne ritenuto appartenente al locale di Mileto, del quale sarebbe «promotore e organizzatore», nonché sottoposto di Michele Galati, considerato al vertice della ‘ndrina e al quale sono stati inflitti 20 anni di carcere. Il rito ordinario di Maestrale, che conta 285 imputati, è invece ancora in corso presso il Tribunale di Vibo Valentia.

Il profilo di Domenico Polito, presunto contabile del locale

Classe 1974, Domenico Polito, condannato alla pena massima, viene ritenuto appartenente alla ‘ndrina di Paravati, di cui sarebbe anche «collettore tra il locale e i carcerati». «Contabile» del clan, avrebbe gestito i soldi derivanti da proventi illeciti, garantendo ai detenuti «assistenza economica e gestendo la comunicazione tra questi e i capi rimasti libertà». Gli inquirenti ricostruiscono anche diversi episodi estorsivi che sarebbero riconducibili a Polito, come quello perpetrato ai danni di un ristoratore dopo una cena insieme a Michele Galati, quando quest’ultimo riferendosi al titolare avrebbe detto: «Non hai capito no… che questa è una richiesta di mazzetta!… Come cazzo te lo dobbiamo imboccare con il cucchiaino?!». A Domenico Polito viene contestato anche un ruolo nell’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, avvenuto il 19 agosto 2013 a Mileto. Il presunto «contabile» del locale di Mileto avrebbe partecipato, secondo l’accusa, sia al summit di mafia in cui è stato deciso e pianificato l’omicidio, sia all’agguato stesso con un ruolo da vedetta, come lui stesso avrebbe raccontato anche in alcune conversazioni captate con Michele Galati. Un omicidio, avvenuto per vendicare la morte di Giuseppe Mesiano, per cui risultava indagato anche Massimiliano Varone, al contrario di Polito assolto oggi a fronte di una richiesta dei pm di 30 anni di carcere.

Michele Galati «punto di riferimento della ‘ndrina»

Pena più “leggera” (20 anni) per Michele Galati, ritenuto al vertice della ‘ndrina e «capo» in sostituzione del fratello Fortunato Galati, condannato a 24 anni per omicidio, e del padre Salvatore, condannato all’ergastolo per duplice omicidio. Secondo gli inquirenti, nel periodo d’assenza del fratello, sarebbe stato Michele Galati il «punto di riferimento» del locale di Mileto per gli altri sodalizi criminali, gestendo equilibri e rapporti con le altre cosche oltre ad organizzare le attività illecite del clan. Di lui ha riferito anche il pentito Giuseppe Giampà, identificandolo come «esponente della criminalità organizzata» e ambizioso di emergere «nella consorteria di Mileto». (ma.ru.)

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