CATANZARO Ha retto a metà il castello accusatorio costruito dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro: 41 assoluzioni e 50 condanne. È questo l’esito del processo – celebrato con rito abbreviato – davanti al gup distrettuale, nato dalla “fusione” di tre inchieste: Olimpo, Maestrale-Carthago e Imperium.
Tra gli assolti, anche nomi “eccellenti”. Come Pasquale Anastasi (cl. ’51), ex dirigente del Dipartimento turismo della Regione Calabria, arrestato e posto ai domiciliari nel corso del blitz “Olimpo”, poi confluita in Maestrale, incentrata sui presunti interessi della ‘ndrangheta del Vibonese nel settore del turismo. A Pasquale Anastasi, che nel frattempo si era dimesso dai vertici della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio della Anime”, ispirata dalla mistica Natuzza Evolo, veniva contestato il reato di traffico di influenze illecite, con l’aggravante della mafiosità. L’ex dirigente, in particolare, avrebbe messo in atto, secondo l’accusa, una mediazione illecita con apparati della Regione, di cui è stato dirigente fino al 2016, per favorire un imprenditore turistico del Vibonese. Assolto «perché il fatto non sussiste».
Due, poi, gli avvocati assolti: Francesco Sabatino e Giacomo Franzoni, entrambi del Foto di Vibo Valentia. Il primo, assolto perché «il fatto non sussiste», era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa perché «avrebbe adoperato il proprio ruolo di legale per favorire la cosca Mancuso, e altre consorterie ad essa limitrofe», anche procurando loro informazioni riservate e «veicolando illecitamente messaggi per conto degli accoscati». Sabatino, inoltre, era accusato di uso di atto falso, reato che sarebbe stato commesso per far scagionare Andrea Mantella nel 2012. Il secondo, assolto «per non aver commesso il fatto», era accusato di «aver reo i propri servigi nell’interesse delle cosche locali», strumentalizzando il ruolo di legale e consulente di Vincenzo Calafati, condannato invece a 11 e 4 mesi. Assolto anche il sindacalista Gianfranco La Torre, accusato di tentata estorsione aggravata.
Tra gli assolti anche Domenico Bartone (l’accusa aveva chiesto 15 anni), considerato «pienamente inserito nelle dinamiche criminali del sodalizio» della ‘ndrina di Paravati capeggiata da Michele Galati, condannato invece a vent’anni di carcere. E poi Rocco Anello (cl. ’61) e Tommaso Anello (cl. ’64). In questo caso, entrambi erano accusati di aver costretto l’amministratore unico della “TURINVEST SRL” di Pizzo a «mettersi a posto», versando una somma a titolo estorsivo. I due fratelli sono stati assolti per «non aver commesso il fatto»
Olimpo, scattata il 26 gennaio 2023 e contava 56 arresti e un totale di 78 indagati. Tra le accuse associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa, nonché di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e dall’agevolazione mafiosa; l’inchiesta Maestrale-Carthago è stata eseguita il 10 maggio 2023 e ha portato a 61 provvedimenti di fermo emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. L’inchiesta contava 167 indagati e ha colpito esponenti delle cosche quali gli Accorinti, Anello, Soriano, Galati; l’operazione Imperium è scattata il sei luglio scorso e portò al fermo di 4 persone, più 48 indagati. L’inchiesta prende di mira l’impero criminale della famiglia Mancuso. Tra i fermati emerge la figura di Assunto Megna considerato «punto di riferimento dei vertici apicali della cosca sul comprensorio di Nicotera Marina». (g.curcio@corrierecal.it)
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