VIBO VALENTIA Un terzo dei vibonesi vive una «situazione mediamente critica» con disservizi e riduzioni nell’erogazione idrica durante le ore notturne in tutto l’anno. Circa 10 mila cittadini (32,1%) a corto di acqua ogni giorno dell’anno: peggio, in tutta Italia, solo Cosenza con il 60% dei cittadini. Lo riporta il resoconto Istat per gli anni 2020-2024 pubblicato in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Numeri allarmanti che inquadrano l’emergenza idrica che da anni colpisce la città vibonese, con frequenti carenze d’acqua tra tubature scadenti, reti idriche vetuste e rubinetti vuoti (anche di giorno) in diverse zone della città, specie nei mesi estivi. Alla carenza si aggiunge la questione della qualità, con il sindaco Enzo Romeo “costretto” a intervenire con ordinanze per vietare l’utilizzo dell’acqua per la presenza di escherichia coli e batteri, «segnale gravissimo – ha denunciato Forza Italia nei giorni scorsi – per cui ci potrebbe essere un’infiltrazione di liquami fognari nella rete idrica».
Il razionamento dell’acqua colpisce, secondo il report, tutti i capoluoghi calabresi, ad eccezione di Crotone. Rilevanti i dati anche sulle lamentele per irregolarità nell’erogazione dell’acqua: la Calabria risulta la regione «più esposta ai problemi di erogazione nelle abitazioni», rappresentando da sola il 29,9% delle proteste sui disservizi. Anche sulla qualità in termini di «odore, sapore e limpidezza» i calabresi sono tra i più insoddisfatti, con il 34,4%, con poco meno del 40% che non si fida a bere l’acqua del rubinetto. Criticità evidenti a Vibo, dove si è insediato da tempo un comitato cittadino in difesa dell’acqua potabile e dove la stessa amministrazione ha più volte acceso i riflettori sulla crisi idrica, arrivando a diffidare anche la Sorical per i disservizi.
Ad oggi, resta preoccupante la situazione nella frazione di Piscopio, dove già nei giorni scorsi sono stati segnalati diversi disagi nella zona di contrada Contura, così come in via Roma a Longobardi e nel centro del capoluogo. La frazione piscopisana è l’epicentro della crisi idrica vibonese, caso emblematico di anni di inerzia politica e allacci abusivi che hanno creato non poche difficoltà nel sistema di distribuzione. La vecchia rete idrica è stata sostituita dalla nuova a tutti gli effetti soltanto pochi mesi fa ed è in via di dismissione dallo scorso novembre, quando il Comune ha intrapreso una strada più “rigida” per cercare di ridurre al minimo i disagi.
Nel frattempo, nell’agone politico si rimbalzano a vicenda le accuse. Nei giorni scorsi Forza Italia ha rilanciato l’allarme sulla qualità dell’acqua accusando l’amministrazione Romeo per «l’ennesimo disastro politico e gestionale». Le critiche partono dall’ordinanza emessa lo scorso gennaio per il divieto di utilizzo dell’acqua in cinque vie del centro, a causa della presenza di «escherichia coli, batteri coliformi e ammonio». «Sul sito dell’Asp – segnala FI – ci sono altri dati pubblicati che riguardano i campionamenti alla fontana di Sant’Aloe e al serbatoio “Mura greche”, che segnalano la presenza di manganese. Perché non è stata emessa altra ordinanza?». In più, anche dopo che i valori sono tornati normali nelle vie interessati dalla prima ordinanza, «questa è ancora in vigore». Un «caos» che, secondo i forzisti, dimostra «l’incapacità amministrativa» del centrosinistra. La replica è arrivata direttamente dal gruppo consiliare del Pd, che ha definito «surreale» l’attacco di Forza Italia, colpito da «un’amnesia generale con tanti ex assessori ed ex consiglieri che oggi, come piombati da Marte, si accorgono dei disastri che ci hanno lasciato non rendendosi conto che proprio loro sono gli artefici». (ma.ru.)
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