CATANZARO L’area del Porto di Gioia Tauro con il suo già consolidato ruolo di infrastruttura strategica sul piano del transhipment e delle relazioni commerciali e un potenziale futuro ruolo da hub energetico. Ma non solo il Porto di Gioia Tauro. Nello scacchiere del Mediterraneo e dell’Euro-Mediterraneo la Calabria ha una centralità che può essere una formidabile leva di sviluppo, anche sotto il profilo dell’innovazione, della competitività, della transizione ecologica e non solo. Una centralità che la Calabria può avere anche nell’ambito del Programma Interreg Next Med 2021-2027, che sotto l’egida della Commissione Europea e le solco delle politiche di coesione «mira a promuovere uno sviluppo intelligente, sostenibile ed equo nell’area del Mediterraneo, sostenendo una cooperazione equilibrata e duratura e una governance multilivello».
Secondo quanto si legge sul portale istituzionale “Calabriaeuropa”, il programma ha quattro priorità strategiche: «1 Un Mediterraneo più intelligente (Smarter Mediterranean) per rafforzare la ricerca, l’innovazione e la competitività delle Pmi e sostenere l’adozione di tecnologie avanzate e la creazione di posti di lavoro. 2 Un Mediterraneo più verde (Greener Mediterranea): Migliorare l’efficienza energetica e l’adattamento ai cambiamenti climatici e favorire la gestione sostenibile delle risorse idriche e la transizione verso l’economia circolare. 3 Un Mediterraneo più sociale e inclusivo: rafforzare l’accesso a servizi di qualità nell’istruzione, nella formazione e nella sanità e promuovere la resilienza delle comunità locali e dei sistemi sanitari. 4 Una migliore governance della cooperazione nel Mediterraneo: sviluppare modelli di governance inclusivi e transfrontalieri e potenziare il ruolo della società civile e delle istituzioni locali nelle politiche regionali».
Il ruolo strategico della Calabria nel Programma Next Med – prosegue la Regione – nasce dal fatto che la Calabria «è situata al centro del Mediterraneo». E «può beneficiare del programma attraverso il potenziamento dell’innovazione e della competitività delle Pmi locali mediante reti e cluster euro-mediterranei; la promozione di progetti di transizione ecologica e gestione sostenibile delle risorse naturali; il miglioramento dell’inclusione sociale, con un focus specifico su giovani Neets e categorie vulnerabili, per favorire l’occupazione e l’integrazione socio-economica, seguendo il modello del Progetto Greenland; Il rafforzamento della cooperazione istituzionale e transnazionale, facilitando lo scambio di buone pratiche tra gli attori locali e i partner del Mediterraneo». Sotto questi aspetti, il programma può intrecciarsi anche con il ruolo che la Calabria ha per il fatto che il presidente della Regione Roberto Occhiuto, è presidente della Commissione Intermediterranea (Cim), di cui fanno parte 38 regioni di 8 Stati membri dell’Unione europea e di altri Paesi, tra cui Albania, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Marocco e Spagna. L’obiettivo è una futura macroregione mediterranea della quale la Calabria può essere il baricentro. (c. a.)
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