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Proclamato lo stato di agitazione del personale delle dogane del porto di Gioia Tauro

I sindacati: «Preoccupano i contenuti della nuova riorganizzazione. Struttura strategica anche nel contrasto all’importazione illegale di cocaina»

Pubblicato il: 24/03/2025 – 11:50
Proclamato lo stato di agitazione del personale delle dogane del porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil, Unsa e Flp hanno proclamato lo stato di agitazione del personale delle dogane del porto di Gioia Tauro «per le gravi e le forti perplessità e preoccupazioni in merito ai contenuti richiamati nella nuova riorganizzazione» che penalizzerebbe il presidio delle Dogane gioiesi. L’Agenzia vuole procedere ad una riforma giudicata «incomprensibile, rinunciando a riconoscere l’attuale ruolo del Porto di Gioia Tauro, voluto fino ad oggi a presidio della legalità». I dipendenti delle Dogane di Gioia Tauro sottolineano «forte perplessità e preoccupazione circa le fondate motivazioni per cui una struttura strategica per il sistema Paese, verrebbe inopinatamente smantellata e conseguentemente degradata, a cui di converso vengono attribuiti ulteriori (accise e giochi) e nuove competenze sui territori limitrofi (Provincia di Vibo Valentia, Rosarno e San Ferdinando), attualmente di competenza dell’Ufficio delle Dogane di Reggio Calabria». «I lavoratori – si legge nella nota sindacale – consapevoli che la predetta riforma in fieri, elaborata, per altro, con il supporto di algoritmi, non possono trovare il loro consenso visto che una struttura così complessa da tutti riconosciuta strategica anche per i notevoli risultati di eccellenza, nel contrasto all’importazione illegale di cocaina e merce contraffatta, possa subire una metamorfosi che coinvolgerebbe l’attuale esiguo organico operante, con l’aggravio di ulteriori obiettivi oltremodo gravosi che andrebbero ad incidere negativamente sulla difficile e complessa attività attualmente svolta in ambito portuale». «Ennesima beffa – scrivono i sindacati – perpetrata a danno della struttura attualmente operante, che pur dovendo garantire gli obiettivi primari assegnati e le specifiche e complesse attività correlate alla movimentazione delle merci internazionali, dovrebbe farsi carico di nuove attività esterne, da svolgere in territori anche viciniori, per i quali sarebbe necessario un congruo numero di personale debitamente formato. A fronte di tutto quanto rappresentato, la struttura Doganale invece di mantenere l’attuale prima fascia dirigenziale verrebbe penalizzata con l’attribuzione di ufficio Dirigenziale di seconda fascia».

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