PAOLA «Ieri, nel carcere di Paola, si è verificata una vile aggressione, in concomitanza con la festa della Polizia penitenziaria. Un appartenente al Corpo è stato violentemente aggredito alle spalle da un detenuto che lo ha colpito con un bastone. Il collega ha riportato lesioni che hanno indotto lo stesso a farsi curare in ospedale, dove ha ricevuto una prognosi di sette giorni. A dirlo in una nota Francesco Ciccone, segretario regionale del Sappe e Salvatore Panaro, vice regionale.
«All’interno dell’Istituto – aggiungono – sono presenti numerosi detenuti con indole aggressiva oltre a soggetti psichiatrici collocati in sezioni comuni, dove non possono essere seguiti e curati adeguatamente. Il rischio maggiore è che possono anche essere strumentalizzati da altri detenuti, per commettere gesti di violenza.
La gestione dei detenuti più pericolosi e dei soggetti psichiatrici, all’interno dell’Istituto, si presenta estremamente complessa per tre motivi principali: la carenza di personale di Polizia Penitenziaria, l’insufficienza di operatori sanitari e le limitazioni imposte dalla conformazione strutturale del carcere.
L’istituto di Paola si trova così a fronteggiare una situazione emergenziale, caratterizzata da turni di servizio estenuanti, spesso superiori alle dodici ore e dall’accorpamento di numerose sezioni e postazioni operative».
«Le criticità maggiori – proseguono Ciccone e Panaro – si riscontrano soprattutto nel ruolo degli Agenti/Assistenti, costretti a supplire alla carenza dei “sottufficiali”. Analoghe difficoltà si rilevano nell’area sanitaria, dove, nonostante la presenza di numerosi detenuti con disturbi psichiatrici, non è previsto alcun tipo di servizio specialistico per soggetti affetti da problemi mentali. La mancanza di un presidio medico attivo 24 ore su 24, inoltre, costringe, in caso di bisogno, il personale del Corpo a frequenti traduzioni dei detenuti presso strutture sanitarie esterne, con un notevole impiego di risorse e conseguente scopertura di altri posti di servizio interni. A ciò si aggiunge un preoccupante fenomeno di “turismo sanitario” all’interno della Regione, con detenuti inviati a visite mediche anche a 250 chilometri di distanza dall’Istituto, generando un ingente spreco di risorse umane ed economiche.
In ogni caso, è indispensabile che l’Amministrazione penitenziaria intervenga con tempestività, disponendo, senza indugio, almeno il trasferimento dei detenuti responsabili di aggressioni al personale, al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità dei baschi azzurri.
In particolare, è necessario dare piena attuazione alla circolare n. 3702/6152 del Capo Dipartimento, datata 28 settembre 2023, e alle successive modifiche, che disciplinano le procedure per il trasferimento dei detenuti responsabili di aggressioni».
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