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Cocaina dalla Colombia in Calabria e a Milano: arrestato “Rony” «l’anello di congiunzione» dei trafficanti con la ‘ndrangheta

Per le autorità colombiane la ‘ndrangheta è «una minaccia significativa per la sicurezza internazionale»

Pubblicato il: 26/03/2025 – 18:43
di Giorgio Curcio
Cocaina dalla Colombia in Calabria e a Milano: arrestato “Rony” «l’anello di congiunzione» dei trafficanti con la ‘ndrangheta

Nuovo colpo al narcotraffico internazionale lungo la rotta che dal Sudamerica porta in Europa e, in questo caso, direttamente in Calabria. In Colombia è stato catturato, infatti, Ronald Fernando Acosta Cuesta noto come “Rony”. Il suo arresto è avvenuto nel comune di Garagoa, nel dipartimento di Boyacá. Da qui, infatti, l’uomo era incaricato «di coordinare il trasporto di cocaina verso il continente europeo». “Rony” è considerato membro della “Junta del Narcotráfico”, struttura criminale internazionale, con operazioni che abbracciano più paesi e continenti. L’annuncio ufficiale, peraltro, è stato dato sui social dal presidente colombiano, Gustavo Petro, citando l’arresto di due soggetti membri di organizzazioni criminali quali, appunto la “Junta del Narcotráfico” e “Mara 18”.  

Secondo le prime informazioni raccolte, dunque, “Rony” sarebbe stato al servizio della ‘ndrangheta, «trasportando cocaina tra la Calabria e Milano». Secondo quanto riferito dalle testate colombiane, per il momento Ronald Fernando Acosta Cuesta alias “Rony” è stato lasciato a disposizione delle autorità colombiane, con la possibilità che venga richiesta l’estradizione in Europea (o negli Usa) oppure restare in Colombia per rispondere dei presunti crimini commessi qui.

Dollarino arresto Cartagena

L’arresto di “Dollarino”

L’arresto di “Rony” si inserisce in un contesto, quello colombiano, in cui la lotta contro il traffico di droga rappresenta ormai una sfida enorme. Solo pochi giorni fa, infatti, la Policía Nacional a Cartagena – nel nord della Colombia – ha tratto in arresto un altro elemento di spicco nel narcotraffico internazionale: Emanuele Gregorini, alias “Dollarino” considerato «elemento di vertice della mafia italiana che opera nell’America Latina», attivo nella spedizione di ingenti carichi di droga nel continente europeo. L’arresto di “Dollarino” è avvenuto lo scorso 18 marzo 2025, al termine di un’operazione congiunta tra la Policía Nacional Colombiana, l’Interpol e le agenzie dell’Italia e del Regno Unito. Come sarebbe emerso dall’inchiesta, infatti, l’obiettivo principale di “Dollarino” era quello di ridurre i costi logistici di queste operazioni, «eliminando gli intermediari e negoziando direttamente con i produttori della droga in Colombia». Un piano ideato per «massimizzare i profitti della rete mafiosa che rappresenta» e che raggrupperebbe Camorra, Cosa Nostra e la ‘Ndrangheta calabrese. Gregorini farebbe parte della componente campana, diretta da Michele Senese, del presunto consorzio di mafie a Milano emerso dall’inchiesta “Hydra” della Distrettuale antimafia di Milano che, nei giorni scorsi, ha chiuso le indagini per 146 indagati (NE ABBIAMO SCRITTO QUI).

«Una minaccia significativa per la sicurezza internazionale»

Come riportano i quotidiani colombiani, il generale di brigata Carlos Fernando Triana, direttore della polizia nazionale colombiana, ha sottolineato «l’importanza di questa operazione nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale», sottolineando al contempo il ruolo principale della ‘ndrangheta calabrese e la «necessità di rafforzare la cooperazione tra i paesi per affrontarla», considerandola operativa a livello globale e «una minaccia significativa per la sicurezza internazionale». Secondo quanto riferito dalla Polizia di Stato, sono già quattro i capi della mafia italiana caduti in Colombia. (g.curcio@corrierecal.it)

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