ROMA Un’enorme «valle blu» in grado di raccontare “storie di merci, destini di uomini, disuguaglianze globali”. Il sottotitolo del libro “Per mare”, di Andrea Carnì e Andrea Pappalardo, – con i contributi di Marco Antonelli, Antonio Pergolizzi, Pierandrea Leucci, Federica Rossi – svela il contenuto di un’opera che fornisce un’analisi approfondita di quello che le onde sono in grado di cancellare e che gli abissi riescono ad inghiottire. «Dal Mediterraneo al Sud del mondo, il mare, da sempre culla di civiltà e crocevia di culture, oggi riflette le ombre di un mondo in crisi, tra sfruttamento ambientale e processi criminali». Fenomeni raccontati attraverso una mappa tracciata dalle rotte marittime: dalle tragiche morti dei migranti in mare alla ricerca di una nuova vita, ai traffici di droga e rifiuti tossici, con il racconto delle storie delle navi dei veleni e delle navi a perdere.
«Nel titolo abbiamo provato, in qualche modo, ad evocare una sintesi delle cose che accadono in mare o attraverso il mare», racconta ai microfoni del Corriere della Calabria Andrea Pappalardo, in occasione della presentazione del volume a Roma, al Centro “Europa Experience David Sassoli”, alla presenza di numerosi studenti.
Il racconto «dei cortocircuiti di globalizzazione che esprimono spesso disuguaglianze, lacerazioni, fratture di carattere ambientale, sociale e non solo. Per noi – afferma – è un po’ una lente, un modo per decifrare alcuni fenomeni globali, provando a guardare oltre l’orizzonte». In copertina uno squarcio nel blu, a rappresentare le disuguaglianze tra nord e sud globali. Disuguaglianze che – spiega Pappalardo – «si formano lungo processi lenti, stratificati, che sono figli di diversi aspetti. Uno di questi è un meccanismo economico predatorio, vorace, consumistico che porta una parte di mondo ad essere sempre più avida e un’altra parte di mondo a subire le scelte politiche ed economiche, e quindi come tale vittima di una serie di comportamenti. Questo scompenso, che noi in qualche modo abbiamo provato a navigare lungo il libro o attraverso il libro, si racchiude nei vari fenomeni che abbiamo analizzato. Il libro non pretende di avere uno strumento di attrezzi con delle soluzioni pronte all’uso, anche perché per fenomeni importanti ci vogliono politiche con la “P” maiuscola importanti, ma già provare ad accendere dei fari di riflessione fornisce gli strumenti per decifrare ciò che accade e per guardare ciò che l’occhio a volte non vede, quindi quel famoso orizzonte che non è soltanto un orizzonte geografico ma anche di coscienza, di riflessione».
Per mare e attraverso il mare, la lente di Andrea Carnì si sofferma sui fenomeni criminali e sui traffici che dalla terra si consumano al largo. «Ho scritto di traffico di rifiuti tossico-nocivi osservando questo fenomeno dal mare, ma con una forte propensione verso la terra», ha spiegato Carnì nel corso del suo intervento. «I rifiuti di cui parlo, con un’analisi storico internazionalista, sono rifiuti industriali prodotti nella seconda metà degli anni Ottanta su terra, in particolare da imprese del Nord Italia, ed esportati via mare. Traffici che sono stati movimentati via mare in Paesi del Sud globale. Da “Per mare” – aggiunge Carnì – emerge tutta la filiera criminale, dalla movimentazione marittima di droga ai commerci e alla movimentazione di flora e fauna». «Sfioro anche un altro fenomeno, – spiega Carnì – un fenomeno che mi sta molto a cuore e su cui ho lavorato e continuo a lavorare, quello delle navi a perdere, ossia di navi cariche di rifiuti radioattivi, scorie della produzione nucleare, che sono state affondate tra i primi anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta nel Mar Mediterraneo». Circa trenta le navi affondate nel Mediterraneo centro-meridionale in quel periodo. E Carnì ha ricordato il lavoro del capitano Natale De Grazia, morto nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1995 in circostanze sospette: «Ha seguito le indagini fatte dalla procura di Reggio Calabria su queste navi fatte affondare nel Mediterraneo. Su questa storia e su molte altre – ha evidenziato – non conosciamo la verità». (m.ripolo@corrierecal.it)
ANDREA CARNÌ
Assegnista di ricerca post-doc all’Università di Torino e docente a contratto all’Università di Milano, si occupa di mafie e traffici illeciti di rifiuti tossici e radioattivi. Ha pubblicato Le navi dei veleni (RCS, 2022), Ecomafia (RCS, 2023) e Ships of Death (Aracne, 2024). Nel 2022 è stato insignito del premio “Saperi per la legalità: Giovanni Falcone”.
ANDREA PAPPALARDO
Avvocato abilitato in Italia e Svizzera, esercita la professione forense a Ginevra. Già direttore degli affari legali di una delle principali società armatrici nel settore crocieristico, anima da anni varie iniziative di informazione giuridica, tra cui Blutopia Forum Mediterraneo.
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