REGGIO CALABRIA Prima un commissario prefettizio – che si era insediato a giugno 2024 – con il compito di riempire il vuoto lasciato dopo la scadenza naturale del mandato dell’ex sindaco Bruno Bartolo e l’assenza di nuovi candidati, poi una commissione d’accesso – annunciata nel corso della visita della presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo – con il compito di verificare se l’amministrazione uscente avesse avuto contatti con i clan di ‘ndrangheta. Adesso a San Luca arriverà una commissione a seguito dell’ok del Consiglio dei ministri circa lo scioglimento del Comune su proposta del ministero dell’Interno. Accertati, dunque, «condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa». Ma per capire in toto cosa abbia esattamente portato allo scioglimento dell’ente servirà aspettare la relazione del Viminale.
Già dopo l’arresto dell’ex primo cittadino Bartolo e dell’assessore Francesco Cosmo, la possibilità di uno scioglimento dell’ente era nell’aria. L’indagine della Procura di Locri, lo scorso gennaio, aveva messo in evidenza come i due ex componenti dell’Amministrazione comunale avessero «dimostrato di tradire sistematicamente» un territorio come quello del comune di San Luca, «noto per le sue risalenti criticità criminali, e dunque bisognoso di un rilancio pubblico all’insegna della massima trasparenza e legalità». In relazione ai due si parla di «supina accondiscendenza» mostrata agli occupanti abusivi dei posteggi commerciali attorno al santuario di Polsi prima e ai rappresentanti dell’A.S.D. San Luca poi.
Al centro dell’inchiesta, che ha portato a 16 misure cautelari, il modus operandi di gestione dello stadio di San Luca e dell’area mercatale del Santuario di Polsi. Secondo l’accusa l’ex sindaco e l’ex assessore comunale avrebbero intessuto una «vera e propria intesa collusiva» con i commercianti presso l’Area Mercatale del Santuario di Polsi. In particolare, l’ex assessore Cosmo, che era responsabile della procedura di assegnazione degli spazi pubblici destinati alla vendita di articoli religiosi, alimenti e bevande durante la tradizionale ricorrenza religiosa del mese di settembre, anche con il concorso dell’ex sindaco avrebbe – secondo l’accusa – ricorso alla «costituzione di atti falsi, rilasciato illegalmente (in totale carenza di istruttoria, di graduatorie e, finanche, in assenza delle istanze dei beneficiari), con elusione delle procedure previste dal bando di gara – indetto e volutamente mai portato a termine -, molti titoli autorizzativi al commercio, in favore di soggetti legati o contigui alla criminalità organizzata sanluchese, quasi tutti colpiti da sentenze di condanna passate in giudicato, oppure attinti da misure di prevenzione ed antimafia e che, proprio in ragione dei loro trascorsi, non avrebbero mai potuto ottenere legittimamente le concessioni».
Le notizie delle indagini relative allo stadio e all’aria mercatale erano emerse nei mesi scorsi e avevano portato il 76enne, infermiere in pensione, alla decisione di non ricandidarsi alle elezioni comunali. Bartolo era stato eletto nel 2019 con la lista “San Luca ai sanluchesi”, con 1.263 voti, il 90% delle preferenze. «Non mi sono candidato perché non sono stato aiutato dallo Stato nel corso del mio quinquennio», aveva spiegato l’ex sindaco nel corso dell’incontro pubblico con la cittadinanza per fare il punto dei cinque anni alla guida del Comune. E in assenza di altri candidati il comune è stato affidato al commissario prefettizio in attesa della prossima tornata elettorale.
A San Luca poi era arrivata la Commissione parlamentare antimafia guidata da Chiara Colosimo. Una visita nel corso della quale Colosimo aveva spiegato di «non poter partire dalle proposte del sindaco uscente» in quanto sarebbero state riscontrate troppe criticità: «dalla rete fognaria a quella idrica arrivando all’illuminazione fino a storie abbastanza surreali – ha affermato senza però sbilanciarsi troppo – che riguardano l’area mercatale davanti al santuario della Madonna di Polsi. Io – ha aggiunto – non posso non credere che nessuno si sia accorto di niente e che questo andasse bene». Una situazione di cui già si poteva capire la portata, poi confermata dall’annuncio dell’insediamento al Comune anche di una commissione d’accesso antimafia per accertare eventuali contatti dell’ex amministrazione con soggetti legati alla ‘ndrangheta.
Adesso la decisione del Consiglio dei Ministri: San Luca, insieme ad altri due comuni – Poggiomarino (Napoli) e Tremestieri Etneo (Catania) – sarà dunque affidato a una commissione straordinaria per diciotto mesi. Una decisione che fa quindi slittare le elezioni amministrative. (m.r.)
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