LOCRI «Speriamo sia il primo passo verso l’assoluzione», così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International ha commentato il ritorno in piena libertà, attraverso la revoca degli arresti domiciliari, di Marjan Jamali, la giovane iraniana che resta sotto processo per l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. Il tribunale del Riesame di Reggio Calabria il 27 marzo scorso ha infatti revocato gli arresti domiciliari alla donna, che attenderà l’esito del processo, atteso per il 28 maggio, in libertà. Marjan Jamali in udienza, come evidenziato dal quotidiano Domani, ha spiegato che la legislazione iraniana prevede, in caso di divorzio, che l’affidamento del figlio spetti al padre dopo gli 8 anni. Ha quindi deciso di lasciare l’Iran «per cercare un posto sicuro in cui crescere mio figlio», pagando «9mila euro per me e 5mila per il bambino», ha aggiunto. Da Teheran a Istanbul Jamali e il figlio hanno viaggiato in aereo. Dopo un mese, ha raccontato, sono stati portati con un’altra decina di cittadini iraniani a Marmaris, dove si sono imbarcati con altre cento persone verso l’Italia.
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